Conferenze mattutine – Anno 1933

16 luglio 1933, Izgrev – Sofia

38. Il seme, il fiore e il frutto


Riflessione

 

Leggerò il capitolo 15 del Vangelo di Giovanni.

 Tutti dicono: sono un uomo. Qual è la qualità che caratterizza l’uomo? Una delle qualità dell’uomo è la sua capacità di pensare. Dalla sua nascita alla sua partenza per l’altro mondo l’uomo pensa sempre. Se smette di pensare, non è un uomo. Finché prova emozioni l’uomo vive. Quando le emozioni si fermano, egli muore. Questo si può constatare anche nella vita. Una volta constatati i fatti, acquisisci più luce. – Dove la luce è più forte? – Più in alto sali nella tua evoluzione, più la luce è grande. Di conseguenza, la luce è più grande nel mondo Divino, diminuisce nel mondo spirituale e si riduce ancora nel mondo fisico. Il seme è in relazione con il mondo Divino, il fiore e l’albero – con il mondo angelico, mentre il frutto – con il mondo fisico. Il seme ha in sé tutte le condizioni per l’apparizione della vita; la pianta, o l’albero, è la vita manifestata, mentre il frutto – il risultato della vita. Se cercate un risultato lo troverete sulla terra. Essa è la scuola sperimentale. Preleverai il seme dal mondo Divino e lo manderai sulla terra, a studiare e a crescere. Diciamo che il seme è seminato nella terra. Qui esso si decompone, cioè muore e cresce di nuovo. Attraverso tali processi passano anche l’anima e lo spirito. Lo spirito è il seme, cioè il Divino nell’uomo, che scende a manifestarsi sulla terra. L’anima è il mondo angelico nell’uomo, che si manifesta fuori, sotto forma di un fiore d’albero o di una pianta. Il frutto è l’umano, che si manifesta attraverso la mente e il cuore. Non si può parlare dello spirito umano, se non si comprende il Divino; non si può parlare dell’anima, se non si comprende il mondo angelico; non si può parlare dell’uomo, se non si comprende la sua mente. La relazione che c’è tra la mente, l’anima e lo spirito è la stessa relazione che c’è tra i tre mondi: fisico, angelico e Divino.

Incontrate due violinisti che suonano entrambi, ma la differenza tra i due è grande. Direte che tutti e due hanno dei buoni violini. – Questo non è sufficiente. Tra il violino e il violinista vi deve essere un certo rapporto. Se hai un violino, suonerai! E quanto più bello è il tuo violino, tanto meglio suonerai! In effetti, quanto più bravo è il violinista, tanto più di qualità è il suo violino. Cristo dice: “Se non siete radicati in me e io nel Padre mio, non potete avere la vita.” Da questo versetto si evince la relazione che esiste tra il Padre, il Figlio e l’uomo. Uno dei violinisti suona bene, mentre l’altro muove l’archetto a malapena. Se vuoi essere compreso dalle persone come violinista, devi suonare per loro. Altrimenti, se parli e basta, non capiranno niente. Anche Cristo, quando diceva ai suoi discepoli “se siete radicati in me”, ha in prima persona mostrato loro il significato di “essere radicati”. Egli stesso era radicato nel Padre suo. “Essere radicati” significa suonare, vivere e pensare. – Come questo può accadere? – Quando l’avrai sperimentato, capirai. Senza sperimentarle, le cose non si comprendono. Ti soffermerai a riflettere sul suonare. Poi rifletterai sulla vita. Starai attento a non sovraccaricare la tua mente, altrimenti si annebbierà. Quando un oggetto o un fatto distoglie la nostra attenzione da ciò che in realtà conta, la nostra mente si sdoppia e si annebbia. – Vorremmo una spiegazione. – Talvolta troppe spiegazioni offuscano il pensiero. Quello che conta è da che direzione proviene la luce. Stai leggendo un libro e capisci il testo che vi è stampato. Cambi la sua posizione, in modo che la luce vi arrivi sotto un’altra angolazione, scorretta, e non capisci più. Terrai il libro con le tue mani, non lo darai ad altri! Terrai il seme nella tua tasca, cosicché, in ogni momento propizio, potrai interrarlo. Se lo sposti da una tasca nell’altra, si seccherà. Lo seminerai per tempo perché fiorisca, dia frutto e questo frutto maturi. L’uomo anela soprattutto al frutto, l’angelo – al bene, mentre Dio – al seme, in cui giacciono tutte le condizioni per la vita. L’uomo è un frutto, che deve maturare e materializzarsi sulla terra, vale a dire, che deve essere mangiato. Cristo dice: “Se non siete radicati in me, non potete avere la vita.” Egli parla del pensiero umano. Ogni pensiero è un frutto. Quindi, se non hai dentro di te neanche un pensiero, morirai affamato. Pensare significa avere cibo per la propria anima. Il cibo è indispensabile. Se non mangi, non puoi avere la vita. Sulla terra si mangia tre volte al giorno. Ci si nutre inoltre anche spiritualmente. Ad esempio, respirare è un nutrimento spirituale. In un minuto si eseguono 20 inspirazioni, cioè, si consumano 20 pasti. Nel mondo fisico e in quello spirituale la tavola si apparecchia e sparecchia, mentre nel mondo mentale il pasto dura sempre – lì la mensa resta imbandita, si mangia sempre. Come potete capirlo? Nel mondo mentale non smettete mai di mangiare, dalla mattina alla sera. Se anche nel mondo fisico mangiate così – dalla mattina alla sera – chi sarà a lavorare per voi?

Per comprendere la vita spirituale, dovete sottoporvi ad un’auto-analisi. Senza un esame interiore non può esistere nessuna crescita spirituale. Molti di voi hanno dei desideri che non riescono a realizzare. Sono buoni i vostri desideri, ma richiedono un lavoro da parte vostra. Ad esempio, suonate il violino, ma non ottenete un buon risultato. – Perché? – Vi siete esercitati troppo poco. Accade lo stesso con la lettura. Leggi, ma non apponi gli accenti dovuti e – si perde qualcosa. In questo modo non si apprende niente. Alcuni di voi sono arrivati allo stato in cui si trova la zucca, che cresce in sei mesi, fiorisce, fa il frutto e quando questo è maturo, le foglie e il fusto della pianta si seccano. L’anno successivo si deve ripiantare. Qualcuno è giunto allo stadio delle piante biennali: vive per due anni e il terzo non c’è più. Pochi di voi sono nella fase in cui si trovano gli alberi da frutto, che vivono per circa 10 – 15 anni, e ancor meno tra voi sono in quella degli alberi secolari.

L’uomo deve diventare una pianta che non si secchi, cioè che nasca e si reincarni, che non muoia, che sia immortale. Vuol dire – seminarti in terra, come se fossi grano. In autunno ti seminano, in estate ti mietono e ti mettono via nel granaio. In autunno ti seminano di nuovo in terra, dove, per un po’ muori e, passato un dato tempo, rispunti nuovamente. Sono belle la semina e la mietitura del grano. Esso viene seminato, ma dopo un anno rimane solo il suo frutto, cioè l’umano. L’angelico e il Divino svaniscono, rimane solo l’umano. Guardando il grano, provi gioia. Vuol dire che gioisci dell’umano. Anche nelle persone rimane soltanto l’umano; il Divino e l’angelico non ci sono. La vita Divina e la vita angelica si devono ancora ricostruire. Ogni tipologia di vita – umana, angelica o Divina – ha le sue caratteristiche specifiche, le sue tipiche manifestazioni. Queste tre vite funzionano contemporaneamente, perciò dovete saperle riconoscere. La vita umana è caratterizzata da due cose – tristezza e gioia. Sei allegro e, ad un tratto, ti affliggi, poi, la tua cupezza si trasforma in gioia. Questa è la vita umana. La vita angelica si contraddistingue per la luce e l’oscurità. Nel mondo angelico le persone si riconoscono con facilità: una parte sono oscuri, gli altri sono illuminati. Coloro che appartengono alla stessa categoria o casa, si trovano faccia a faccia, si guardano. Quelli che, invece, appartengono a categorie diverse, sono messi schiena contro schiena. Quando vedete qualche schiena, saprete che appartiene alla categoria opposta. Lo spirito della luce non guarda mai in faccia lo spirito delle tenebre. E, tantomeno, lo spirito delle tenebre guarda in faccia lo spirito della luce. Come tra gli uomini.

Se dici: non voglio vedere nessuno – significa che vivi in un altro mondo e non sulla terra. – Non voglio vedere Tizio, non lo amo. – Amare significa essere nel mondo Divino. Voi credete di amare. E come potreste? Sareste in un altro mondo, non sulla terra. È impossibile amare tutti. Questo non può succedere né sulla terra né nel mondo angelico. Se volete amarvi, andrete da Dio, dove si trova l’amore. Qualsiasi cosa facciate, sulla terra non potete diventare niente di più di quello che siete. Persino se andaste nel mondo angelico, rimarreste tali e quali. Lì non si possono amare tutti. Solo dove dimora Dio l’amore è un pregio di tutti. – Non possiamo amarci sulla terra. – È ovvio, non siete vicini a Dio! Lontano da Dio le manifestazioni dell’amore sono differenti.

Quindi, sulla terra ti affliggerai e gioirai. Nel mondo angelico correrai e inciamperai. Gli errori degli angeli stanno nel fatto che inciampino. L’uomo erra, l’angelo inciampa. Anche l’inciampo più piccolo, per lui è un peccato. Se inciampa, vuol dire che la sua luce è flebile. – Non riesco ad amare tutti. – Certo! Come fai ad amare la pera marcia? Come fai ad amare qualcuno che ha commesso decine di omicidi? Come fai ad amare costui che ha lacerato il grembo a 20 madri, ha tirato fuori i loro bambini e ha tagliato loro le teste? Non puoi amare un frutto marcio. Sulla terra puoi amare soltanto i frutti dolci. Nel mondo spirituale amerai solo ciò che è portatore di luce. Non puoi amare ciò che è portatore di oscurità.

Spesso si sente dire: noi non ci amiamo. Perché possiate essere amati dalle persone, dovete essere dei frutti. Perché possiate essere amati dagli angeli, dovete essere luce. E perché possiate amare, dovete essere nella dimora di Dio. Solo così potete amare tutti. Lontani da Dio, non potete amare tutte le persone. Cristo dice: “Come il Padre mi ha amato, così anch’io ho amato voi.” Egli parla dell’amore di Dio. In questo amore non si fa nessuna distinzione. Anche il figlio prodigo, quando tornò da suo padre, contava sull’Amore Divino. Suo fratello si arrabbiò, pensando: “Come ha fatto mio padre ad accogliere questo mio fratello che ha sperperato tutte le sue ricchezze? Io ho lavorato per lui per così tanti anni, con costanza e senza fatica, ma per me non ha mai sgozzato un vitello grasso. Non posso accettare questo. Loro mangiano e bevono sulle mie spalle.” Qui emerge un’incoerenza, qualcosa fuori dall’amore. Il padre nota che nel figlio maggiore sta nascendo la gelosia, che l’umano si innesca in lui, ma lo tranquillizza. Il figlio ha paura che il padre darà al figlio minore un’altra parte dei suoi averi. Egli però gli comunica: “Non preoccuparti, tuo fratello è venuto come servo, non come mio figlio. Gli darò tanto quanto gli serve per il pane quotidiano. Egli non è retto come te ed ora si accontenta col minimo. Noi dobbiamo rallegrarci che era perduto ed è stato ritrovato, era morto ed è tornato in vita.” Dopo questa spiegazione del padre, il fratello maggiore si calmò dicendo: “Quando è così, rimanga con noi!”

Chiedo: non succede lo stesso anche con voi? Io vedo le stesse cose. Voi, fratelli e sorelle, vi dividete e chiedete a vostro padre perché dà il pasto così ricco al figlio minore, che ha già consumato la sua parte. Voi fate quello che vedete nel fratello maggiore – se qualcuno prende il vostro posto, protestate subito. Immaginate di trovarvi in una grande sala rotonda che può ampliarsi e diventare più grande. Voi vi sedete in cerchio, uno accanto all’altro. Io sono nel centro della sala, in mezzo a voi. La sala si muove e insieme ad essa anche voi. In questa situazione, chi di voi è al primo posto e chi all’ultimo? In un dato momento vi troverete al primo posto, poi – all’ultimo. Dio, quando creava il mondo, l’ha formato in un movimento perpetuo, per rappacificare le persone tra loro. Così, invero, siamo tutti sia più vicini a Dio, sia più lontani. Perciò, se oggi sei al primo posto, domani sarai all’ultimo. La giustizia assoluta ha disposto, che tutti i corpi devono essere in movimento ed avere lo stesso rapporto con Dio. E se qualcuno vi chiede perché la terra gira, ditegli: La terra gira per dimostrare la giustizia assoluta, secondo la quale tutti gli uomini sono uguali davanti a Dio. Se la terra si ferma, alcuni saranno più vicini a Dio, mentre altri – più lontani. Se la pensate diversamente, siete sulla strada sbagliata. Dunque, sappiate, che Dio è fermo e voi girate. Tutti quanti girate attorno al Grande Centro – Dio. Questa è una verità. Se la comprendete, vi sarà di grande aiuto; se non la comprendete, avrà il valore di un ricco pranzo, che dopo cinque-sei ore avrà perso il suo senso. Al mattino fai colazione e poi ti senti impoverito. A pranzo mangi e resisti fino alla sera. Poi ceni e sei sazio per la notte. È importante mangiare presto, coricarsi presto e alzarsi presto. Dunque, come il cibo che uno assume lo sazia giusto per qualche ora, così esistono anche pensieri, sentimenti e desideri, che durano solo qualche ora. Essi sono incostanti, hanno influenza sull’uomo per un po’ e poi la perdono. Però, esistono pensieri, sentimenti e desideri che non perdono mai il loro valore. Essi sono eterni e costanti. Tu dici di amare tua madre e tuo padre, ma appena non soddisfino un tuo desiderio, i tuoi sentimenti per loro cambiano subito. Vuol dire, che i tuoi sentimenti non sono Divini, mutano costantemente.

Guardandovi, vedo che siete alquanto irascibili, vi accendete facilmente, come l’alcool. Basta avvicinare un fiammifero acceso all’alcool ed esso si incendia e brucia. Più l’alcool è puro, più si accende facilmente. Serve purezza. Alcuni di voi sono meno irosi. È bene mettere l’alcool in lampade apposite con aperture piccole, in modo che questo bruci a poco a poco e non tutto insieme.

Quindi, l’iroso, che ha tanta energia, deve farla passare attraverso una fessura piccola, perché riesca a sfruttarla per qualcosa di utile. Una volta terminato il lavoro, chiuderà la fessura, perché l’energia non si sprechi, come si usa chiudere la lampada ad alcool. Dal punto di vista spirituale, noi dobbiamo risparmiare la nostra energia. Chi non sa risparmiare, spesso commette errori. Quando ami qualcuno, tu lo riscaldi. Dirigi la tua energia verso di lui, come il chimico dirige la fiamma della lampada verso qualche sostanza. Se la tua energia è troppa, chiuderai un po’ lo zipolo, altrimenti si accalderà troppo. Non pensate che l’elettricità o l’energia dell’amore deve scorrere continuamente. L’acqua nel vostro bollitore bolle tutto il giorno? Non appena l’acqua arriva a bollore, voi spegnete il fuoco. Ecco perché, quando ami qualcuno, bollirai l’acqua per lui e quando si sarà riscaldato, gli darai la zappa e lo manderai a rivoltare il campo – non gli parlerai più dell’amore. È necessario dirgli che è una persona brava e giudiziosa? Diventerà, forse, più bravo se gli parli così? La gemma preziosa resta così com’è. Il gioielliere definisce la sua qualità e il suo valore, ma con ciò essa non diventa più preziosa.

La pietra preziosa ha una vitalità intrinseca particolare. Questo è il motivo per cui possiede una singolare capacità curativa. Se indossi metalli nobili o pietre preziose e sei capace di connetterti con le loro energie, potrai facilmente curarti. Essi curano tutte le malattie. Anche nella Sacra Scrittura si parla di un certo sassolino. Questo sassolino rappresenta il Divino che c’è nell’uomo. Chi trova il sassolino, ha trovato ciò che è più valoroso nella vita.

Qualcuno si lamenta che la gente l’ha mangiato. – Nessuno ti può mangiare – sei un frutto. Anche se ti mangiano, il tuo nocciolo rimane. Come l’albero si lamenta della processionaria, così anche l’uomo – delle persone. Se vengono mangiate le vostre foglie, state attenti a non far attaccare anche il vostro tronco e i rami. L’importante è che rimanga il seme – il frutto. Nella vita Divina ciò che conta è il seme. In quella angelica contano i fiori e il tronco, mentre in quella umana – il frutto. Sei beato se vieni mangiato. Se ti seminano, sei felice. Se vieni selezionato e conservato come seme, sei vicino a Dio. Nel seme sta la vita eterna, cioè l’immortalità.

“L’amore manifestato dello Spirito, la saggezza manifestata dello Spirito, la verità manifestata dello Spirito, portano la piena vita di Dio, l’Unico, l’Eterno Dio della vita.”

 

Parole mattutine del Maestro, pronunciate il 16 luglio del 1933 a Sofia – Izgrev

 


Traduzione dal bulgaro: Irena Yordanova