2. Paura e coraggio


Preghiera segreta


Sono stati letti i lavori sul tema: “Il metodo di lavoro più ragionevole”.


È bene fare un riassunto dei temi già letti per vedere quali siano i principali pensieri in essi contenuti. Dovete tutti sapere una cosa: in ogni lavoro l’essere umano deve iniziare dalle difficoltà più piccole. Scriverò alcuni numeri che addizionerete, e dalla loro somma complessiva dovrete trarre qualche conclusione.

Sarà ancora meglio se ciascuno di voi rifletterà su questi numeri per conto proprio.

Ora, invece, scriverò la frase: “Fir-fjur-fen tao bi aumen”.[1] Questa frase significa: “Con una paura minima e un’oscurità minima”. Quindi nella Via divina bisogna procedere con paura e oscurità minime. Perché? Perché una paura minima e un’oscurità minima causano solo un minimo danno e una minima deviazione. Chi ha molta paura non può seguire questa via. Ecco perché, per accedervi, occorre acquisire l’arte di mantenere nella propria coscienza una paura e un’oscurità minime. La frase “Fir-fjur-fen tao bi aumen” si può tradurre anche con le parole: “Senza paura e senza oscurità!”. La paura è generata dal peccato e genera a sua volta oscurità, tuttavia non dovete confondere la paura con la cautela. Se qualcuno ammette l’esistenza di una Causa prima nel mondo e nonostante ciò ha paura, non ha capito qual è l’essenza di questa Causa prima.

E così, in qualità di allievi, seguirete la nuova via senza paura e senza oscurità. Chi ha paura perderà la propria luce e, come naturale conseguenza, sopraggiungerà l’oscurità; vale anche il contrario: quando arriva l’oscurità, a quest’ultima seguirà la paura. Paura e oscurità sono due stati della coscienza umana che devono essere necessariamente regolati. Con che cosa? Con il coraggio e la luce. Altrimenti, al suo ingresso nella Scuola, l’allievo si porrà continuamente domande del tipo: «Sarò in grado di seguire la Scuola? Avrò successo? È il momento giusto per seguire la Scuola? Dispongo delle qualità necessarie? E se a un certo punto dovessi crollare? E se tornassi indietro?». No, è un’altra la domanda che l’allievo deve porsi: «Voglio studiare o no?». Se risponde a se stesso che vuole studiare, questo desiderio gli darà la forza di superare tutte le difficoltà della vita. Se avete paura sperimenterete il versetto delle Scritture: «Quelli che hanno paura non entreranno nel Regno di Dio». E in verità chi ha paura non può diventare né studioso né filosofo né statista. Insomma, chi ha paura non può avere successo in alcun campo: sarà come una lepre. Esiste, tuttavia, un animale ancora più pauroso: la rana, ad esempio, è più paurosa della lepre e viene considerata come un simbolo del materialismo estremo. Analogamente, i materialisti sono persone paurose: una persona ricca e molto materialista, se le togliete il denaro, perderà subito la propria audacia. Finché era ricca si trovava nella situazione della lepre, ma quando viene derubata si ritrova in quella della rana. Dunque quando pensate alla lepre immaginate una persona ricca e materialista che non sia stata completamente derubata e pertanto scappa affinché non le vengano portate via tutte le sue ricchezze. La rana, invece, rappresenta la persona che è stata completamente derubata, e non le rimane altro che saltare in acqua per trovarvi la propria salvezza.

Ora vi presento tre animali che simboleggiano la paura: la lepre, la rana e l’uccello. Se spaventate una lepre, essa correrà nel bosco; se spaventate una rana, essa salterà nell’acqua; se spaventate un uccello, esso volerà nell’aria. Infine, se spaventate un essere umano, egli deve dire a se stesso: «Senza paura e senza oscurità!». Scrivete questa frase in modo chiaro e leggibile, senza aggiungere alcun commento.

Chiedo: quando andate a fare un’escursione che obiettivo avete in mente? Di raggiungere qualche alta vetta montana, e per far ciò cominciate a salire, riposandovi di tanto in tanto, finché non avrete raggiunto la vetta. Applicherete lo stesso metodo anche nello studio della Scienza occulta. Mentre cercate di raggiungere un’alta vetta vi riposerete in molti luoghi, e in altrettanti luoghi mangerete qualcosa per recuperare le vostre forze. Tanti dicono che la Scienza occulta sia pericolosa. La Scienza occulta è pericolosa, ma soltanto per quelli che hanno paura. Per le persone coraggiose la Scienza occulta è priva di pericoli. Quando si dice che la Scienza occulta è pericolosa ci si riferisce al fatto che coloro che hanno paura verranno messi alla prova per vedere se resisteranno oppure no. Quando si chiede a coloro che hanno paura di percorrere senza alcuna oscurità la via, essi rispondono: «Come possiamo farlo senza oscurità se per noi la luce è inaccessibile?». Ciò prova che essi hanno paura anche della luce. Mentre svaligia una cassaforte, ad esempio, il ladro lavora nell’oscurità; se da qualche parte entrasse della luce, il suo cuore sobbalzerebbe.

Dunque esistono due metodi con i quali gli allievi delle due Scuole – quella bianca e quella nera – vengono messi alla prova: gli allievi della prima Scuola avanzano senza paura e senza oscurità, mentre quelli della seconda procedono con paura e oscurità. Quindi l’allievo della Fratellanza Bianca avanzerà nella via senza paura e senza oscurità, mentre quello della fratellanza opposta procederà con paura e oscurità.

I giovani devono essere previdenti per sapere su quale via avanzano. Chi si mette in cammino deve inviare qualcuno in avanscoperta per esaminare le condizioni in cui si verrà a trovare: se la strada è sgombra, se ci sono ponti costruiti dove serve, se occorre andare a piedi, a cavallo e così via. Così, conoscendo in anticipo le condizioni del cammino, egli avanzerà con coraggio. Molte volte vi siete incamminati per questa strada e altrettante volte siete tornati indietro, ma ora, una volta in cammino, bisogna che resistiate. Riscontriamo la stessa cosa anche nelle scuole terrene: molti allievi entrano al liceo, ma alcuni di loro finiscono solo il primo anno e poi lasciano la scuola, altri finiscono solo il secondo anno, altri ancora solo il terzo e così via. Sono in pochi a finire il liceo, mentre i più capaci continuano a studiare ancora in qualche università. Nella vita, però, accade il contrario: allievi che al liceo erano capaci in seguito rimangono indietro nella vita, oppure, allievi che nei primi anni del liceo erano capaci, eccellenti, negli ultimi anni peggiorano. Altri ancora non andavano bene nelle classi inferiori, mentre nelle classi superiori diventano bravi e finiscono il liceo con ottimi voti. Questo è dovuto a un particolare motivo psicologico: quando i genitori e gli insegnanti lodano in modo eccessivo i bambini, in questi ultimi si sviluppa la vanità; questa risiede nella parte posteriore del cervello, dove attira gran parte del sangue, facendo sì che la parte anteriore del cervello cominci a nutrirsi di meno e gradualmente si indebolisca. Ecco perché, quando vi lodano troppo, le persone senza volerlo frenano lo sviluppo della vostra mente. Per questo gli insegnanti devono astenersi dal lodare i loro allievi capaci. Il centro della vanità, che si trova nella parte posteriore della testa, è come un ladro che porta via gran parte del sangue destinata alla parte anteriore del cervello. Questo è il motivo per cui la mente delle persone vanitose non può svilupparsi correttamente. Questo è espresso anche nel versetto: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».[2] Dunque chi vuole sviluppare e far lavorare la propria mente non deve essere vanitoso. È stato osservato che coloro che sono stati molto derisi e presi in giro sono diventati in seguito scienziati, poeti, musicisti, mentre coloro che sono stati molto lodati – e da cui ci si aspettava qualcosa di buono – sono rimasti mediocri. Perché? La  loro mente non è stata ben nutrita e pertanto non ha potuto svilupparsi. Quindi, finché siete vivi, siate sordi sia alle lodi sia alle critiche; quando morirete, allora potrete ascoltare ciò che la gente dirà di voi al cimitero. Per esempio, qualcuno potrebbe chiedervi: «Tu sei un allievo della Scuola occulta? Lo sai che da te non verrà fuori niente di buono?». Non prestate attenzione a queste parole. Qualcun altro potrebbe dirvi: «Tu sei un ottimo allievo, non ce ne sono altri come te». Non prestate attenzione neanche a questo. Qualsiasi cosa vi dicano, andate avanti, proseguite il vostro lavoro.

E così, mettete in pratica questo metodo per vedere quali risultati darà, ma non fatelo per paura: nella vita, infatti, molte persone sono audaci, ma sotto l’influenza della paura. Questa non è vera audacia: occorre essere audaci, ma con consapevolezza, non per paura. Anche il gatto, quando si spaventa, dapprima si raggomitola, ma poi si risveglia in lui l’istinto di conservazione, diventa audace ed è pronto a gettarsi sul proprio aggressore. Questo non è coraggio, bensì l’audacia di chi teme per la propria vita. La vera audacia implica il coraggio in ogni momento della vita, in ogni condizione. Detto in termini occulti, chi è audace esita esteriormente senza vacillare interiormente. Solo l’Amore di Dio, in quanto perfetto, genera il coraggio; nessun altro amore è in grado di far diventare l’essere umano coraggioso, audace. Nel mondo fisico non potete conoscere l’amore finché non conoscete il coraggio: finché il vostro cuore batte per la paura, qualsiasi cosa possiate dire sull’amore, non starete parlando di Amore divino. Quando l’uomo è spaventato da qualcosa, il suo cuore palpita in un modo particolare: le energie della paura, quindi, provocano in lui stati psicologici particolari che si riflettono sul cuore sotto forma di una particolare palpitazione a causa della quale il viso impallidisce. Quando si spaventa, egli dapprima impallidisce poiché il sangue si ritira verso il cuore, poi diventa rosso – il sangue riprende a circolare – e allo stesso tempo si manifesta anche la rabbia. E in verità chi ha paura teme il parere altrui, si offende facilmente e, quando viene messo in imbarazzo davanti agli altri, va in collera, si arrabbia. Per esempio, un adepto della loggia nera potrebbe venire da voi e cominciare a tentarvi, a ingannarvi riguardo a qualcosa; voi cedete alle sue parole, gli credete e commettete qualche crimine. Poi egli vi si ripresenta come benefattore offrendovi un metodo per proteggervi, per nascondere il crimine, affinché non venga scoperto. In questo modo, però, interviene qualcosa di ancora più pericoloso: la menzogna. Dico: chi è coraggioso, audace, non cade mai in tentazione, e questo l’allievo deve saperlo, perché quando entrerà nella Scuola incorrerà in una serie di tentazioni.

In questa lezione vi ho parlato della lepre e della rana in quanto simboli. Con questo voglio attirare la vostra attenzione affinché, in qualità di allievi, riflettiate su tutti i fenomeni della vita e della Natura e su tutti gli oggetti, dandone una traduzione simbolica. Per esempio, come tradurreste le parole fiume, albero e montagna? E che traduzione dareste di animali quali il lupo, la volpe e la rana? Che cosa simboleggiano la mosca e la zanzara? Sono tutti simboli che rappresentano il linguaggio della Natura. L’allievo deve studiare questo linguaggio per sapere come mai la Natura ha creato tutti gli animali, le piante e i minerali. Essa li utilizza come lettere del suo alfabeto, così come noi ci serviamo delle lettere e delle sillabe per esprimere il nostro pensiero. Dunque, quando metteremo tutti i minerali, le piante e gli animali al loro posto, avremo come risultato la parola ragionevole, il pensiero ragionevole della Natura vivente. Chi vuole studiare questo linguaggio deve cominciare dalle immagini più semplici e andare gradualmente verso quelle più complesse.

Preghiera segreta

2a lezione del Maestro, tenuta il 1° marzo 1922 a Sofia

 


Note

[1] Nel testo bulgaro la formula è scritta a lettere latine ed è traslitterata nel modo seguente: Fir-für-fen tao bi aumen.

[2] La Sacra Bibbia (Gc 4,6).


 

 

Il testo della conferenza è tratto dal volume Le due vie – Lezioni della Classe occulta dei giovani, Anno I – 1922
a cura di V. Gencheva e M. A. Salvemini, stampato nel mese di giugno 2022.
Il testo bulgaro originale utilizzato per la traduzione si trova nel libro
Двата пътя – Лекции от Учителя на Младежкия окултен клас – година I – 1922, том I
(Le due vie – Lezioni del Maestro per la Classe occulta dei giovani – anno I – 1922, vol. I)
Prima edizione a stampa, Sofia, 1934.