Conferenze straordinarie – Anno 1927

31 dicembre 1927, Sofia

7. Gli occhi aperti


Tenete presente che l’anno 1927 che si è appena concluso è stato cieco rispetto a voi e le vostre azioni, ma il 1928 che è alle porte, ha due occhi. Ogni anno che possiede due occhi controlla rigidamente ciò che fanno le persone. Quindi quest’anno può portarvi molte soddisfazioni ma, se non fate attenzione, può recarvi anche molte sofferenze. Se posizionate l’otto orizzontalmente, esso rappresenta gli occhi umani. La somma delle cifre che compongono 1928 è due: 1 + 9 + 2 + 8 = 20 = 2. Il numero 2 rappresenta il forziere Divino, le ricchezze che Dio elargisce. Tuttavia, laddove ci sono ricchezze, vi sono anche dispute.

Dunque, se avete gli occhi aperti, userete con saggezza le ricchezze che Dio vi manderà durante l’anno nuovo. Se invece seguite la mentalità che avete avuto durante l’anno passato 1927, vi lascerete sfuggire le ricchezze senza poterle utilizzare. Perciò, state attenti quest’anno, perché il Signore guarderà attraverso due occhi. Se è così, anche i vostri occhi dovranno essere aperti. Chi avrà gli occhi aperti, avrà su di sé anche la benedizione Divina. Chi avrà gli occhi chiusi si lascerà passare accanto la benedizione Divina senza saperla sfruttare e ogni giorno rimarrà con il sacco vuoto.

Vi dico quindi: Utilizzate con saggezza ogni giorno dell’anno, poiché non si sa quanto vivremo sulla terra. Le altre cose che fanno parte della vostra vita – pensieri, preoccupazioni, contraddizioni, ecc. – non si possono risolvere se non avete quell’intenso legame interiore che l’uomo deve avere con il Principio primordiale della vita. Io uso la parola “Principio primordiale della vita” invece di usare la parola Dio, che si è alterata dall’uso eccessivo delle persone. Spesso le persone pensano a Dio come ad una cosa fisica, in realtà Dio è il Principio originario, che dà senso alla vita. Non c’è per l’uomo un momento più bello di quello di sentire, anche per un solo minuto, la presenza di quel Principio originario dentro di sé. Esso apporta nell’uomo pace, gioia e luce e così egli risolve con successo tutte le questioni nella propria vita, generando un sentimento elevato e un’energia per lavorare, senza inciampare nelle sue tentazioni esteriori o interiori.

Io dico ergo: L’Amore Divino è un Amore che supera tutte le difficoltà. Solo l’Amore Divino è senza difetti. L’amore che si annebbia non è amore; l’amore che si intorbidisce non è amore; l’amore che si affievolisce non è amore. Questi non sono che affetti, sentimenti. Quello che rimane tale e quale in tutte le condizioni nella vita dell’uomo, che egli sia ricco o povero, forte o debole, sano o malato, è un Amore Divino. L’Amore Divino non cambia mai, esso rimane sempre uguale, sia come concetto, sia come contenuto. L’Amore Divino ha la peculiarità di espandersi, cioè di cambiare la sua forma. Non capendo questo pregio dell’Amore Divino, la gente dice che esso cambia, in realtà in questo Amore avviene un’espansione interiore. Ecco perché quando le persone hanno gli occhi aperti l’Amore Divino li ricolma di pace e allegria, quando invece li hanno chiusi porta loro inquietudine e amarezza.

Durante quest’anno cercate di tenere aperte le vostre porte e finestre per far sì che quando accanto a voi passa il sacco Divino pieno di ricchezze, possiate fare le vostre richieste ai messaggeri Divini. Chi chiede, riceve sempre. È così la legge. Qualcuno dice: “Dio sa di cosa ho bisogno e me lo darà.” No, viene dato solo a colui che chiede. Nessun Maestro al mondo è assillante con il suo allievo, anzi è l’allievo che di sua iniziativa deve bussare alla porta del Maestro. Allora il Maestro aprirà lo scrigno Divino e gli darà dai tesori che vi si trovano. Quando il bambino riceve del cibo? Dopo aver pianto a lungo davanti a sua madre. Allora ella gli dà da mangiare. Quando il gallo riceve del cibo? Dopo aver cantato a sufficienza davanti alla porta del suo padrone. Allora il cuore del suo padrone si apre e gli dà da mangiare. Qualcuno dice: “Non bisogna chiedere.” No, una delle qualità della vita elevata alla quale l’uomo anela è il chiedere. Quindi l’uomo deve chiedere. Io non parlo dell’elemosina. Chiedere l’elemosina è un’insolenza. Chiedere significa che la tua anima è piena di voglia di studiare. Tu puoi chiedere solo da amici o da tuo padre e tua madre. Dal tuo nemico puoi chiedere solo se sei prigioniero: che ti regali la vita. Perciò Cristo dice: “Bussate e vi sarà aperto, cercate e troverete, chiedete e vi sarà dato!” Questa è la maniera saggia di vivere. Voi dovete capire bene cosa vuol dire pregare e cosa – chiedere. Ora Dio vi sta mettendo alla prova: chiederete o pregherete. Chi prega? Il peccatore. Perché? Perché ha peccato. Se pregate, voi siete nella posizione del peccatore. Allora non potete chiedere.

Dunque, la prima fase nella vita delle persone, finché sono peccatori, è di pregare. Quando le persone cominciano a relazionarsi a Dio in maniera giusta, esse sono già persone rette ed entrano nella seconda fase della vita. Allora potranno chiedere. Di queste persone il Signore dice: “Prima che voi chiediate, Io risponderò a tutti i vostri desideri.”

Io vi auguro di terminare la prima fase della vostra vita – la preghiera, il pregare e di cominciare la seconda fase – chiedere. Finché uno erra, la preghiera è necessaria per lui per curarsi. Quando parlo di cura intendo che l’anima umana deve purificarsi da quelle scorie, da quei sedimenti dovuti al peccato e quando se ne sarà ripulita, entrerà nella seconda fase.

Ora quindi voi chiederete e quando avrete finito di chiedere, arriverà qualcosa di più bello. Che cosa sarà? L’anno che viene, dopo aver visto se i vostri occhi sono aperti o chiusi, vi dirò che cos’è questa cosa che è più bella del chiedere. Durante quest’anno vi chiedo tre cose: di bussare, di cercare e di chiedere. Non voglio che preghiate e basta, nessuno di voi.

E così, io desidero che quest’anno tutti i doni e benedizioni Divine vi visitino e che portino pace e gioia nelle vostre anime!

Conferenza tenuta dal Maestro il 31.XII.1927 alle ore 24.00 a Sofia in occasione dell’arrivo dell’anno nuovo.


Traduzione dal bulgaro: Irena Yordanova