Conferenze Domenicali – Anno 1914

1° novembre 1914, Sofia

15. La paura


E non abbiate paura di coloro che uccidono il corpo,
ma non possono uccidere l’anima;
ma abbiate più paura di colui
che può distruggere sia l’anima che il corpo.

(Mt 10, 28)


La paura è un sentimento doloroso dell’anima presente non solo negli esseri umani ma anche negli animali; un sentimento riposto nell’organismo vivente al fine di svolgervi una certa missione[1]. La paura implica che nell’ambiente in cui viviamo, o nelle nostre condizioni esistenziali, vi siano alcuni elementi contrari o nocivi alla nostra vita. Questo sentimento serve semplicemente a proteggerci da tutto ciò che potrebbe danneggiarci. Quando, in quale tempo la paura è apparsa nell’essere umano? Secondo l’opinione generale, è nata con la Caduta[2]; in precedenza l’uomo non sapeva che cosa essa fosse. E in effetti ne esistono due manifestazioni: una esteriore e una interiore. Quando un bambino commette per la prima volta un errore, subito nella sua anima insorge un sentimento di paura. Chi ha l’anima in pace dopo aver commesso una, seppur piccola, trasgressione? Subito vi appare questo sentimento di paura, ovvero entrano nell’anima certi elementi che la minacciano. Supponiamo che in casa abbiate un pavimento in legno di pino: subito in voi insorge il timore che possa prendere fuoco e bruciare. V’è, quindi, un certo elemento, delle sostanze infiammabili nel vostro pavimento che potrebbero mandare a fuoco tutta la casa. Avendo operato nel mondo organico per migliaia di anni, questo sentimento di paura ha schiavizzato uomini e animali e, tuttavia, vi si trova anche un lato buono: grazie ad essa è apparsa la vigilanza. Le zampe di molti animali si sono allungate in conseguenza della paura: un animale con le zampe lunghe è sempre pavido, potete assumerlo come dato di fatto. Se le zampe anteriori della lepre, che sono corte, fossero altrettanto lunghe quanto quelle posteriori l’avrebbero favorita ancora di più nella corsa.

Ora non mi dilungherò sul ruolo della paura nella storia dell’evoluzione: gli studiosi odierni affermano che la religione è scaturita da essa, ma tale concezione è distorta, in quanto esisteva ben prima della comparsa della paura. Cristo si rivolge ai suoi discepoli sapendo che appartengono alla categoria di quanti temono per la loro casa, per il loro corpo, e dice loro: «Non abbiate paura di coloro che possono uccidere il corpo, ma non possono danneggiare l’anima». Perché? Se vi danno fuoco alla casa ma avete un certo capitale investito in banca non ve ne preoccuperete, poiché ne costruirete una nuova e migliore. Quindi finché avete il capitale della vostra anima depositato altrove, non v’è di che temere.

Ora, prendiamo la seconda parte del versetto – chi temere: «Temete colui che può distruggere sia il corpo che l’anima». Ci sono stati lunghi dibattiti su questa parte del versetto – su chi sia questi, il secondo di cui dovremmo avere timore. Alcuni dicono che sia il diavolo; io vi dirò che Colui che dobbiamo temere è Dio, nel senso di stare attenti a non deluderlo, il che si traduce nell’essere pii. Se dovessi interpretare la Legge Divina della vita, non vi direi chi temere o chi no, ma piuttosto come adempiere la Legge di Dio. Questa è la forma negativa della paura; quella positiva si verifica quando abbiamo peccato. Chi adempie la volontà di Dio non ha mai nulla da temere, mentre chi non la compie avrà sempre paura nel suo cuore e giammai sarà tranquillo e libero.

Nel capitolo che ho letto Cristo vuole rassicurare i Suoi discepoli che al mondo esistono specifiche leggi che regolano la vita umana: «Anche i vostri capelli in testa», disse ai suoi discepoli, «sono contati»[3]. Neppure un capello può cadere per caso: osservando la Legge di Dio sarò sotto la protezione divina, come gli uccelli. I cristiani contemporanei hanno una concezione distorta della nostra relazione con Dio, con la religione, e da ciò nascono molte sofferenze nell’anima umana. Ad esempio, alcuni considerano religione andare per forza in chiesa, accendere un cero, farsi il segno della croce, e  con questo pensano di essere religiosi. Tuttavia, la religione è qualcosa di molto più profondo: il suo intimo contenuto è di provare amore verso Dio. Una volta che avremo questa legge fondamentale dentro di noi saremo pronti a fare mille altre cose per il Signore. Ma come possiamo esprimere amore al Signore, dal momento che non Lo vediamo? Cristo dice: «Il Padre vostro è in Cielo»[4]; alzo gli occhi, vedo che non c’è, e mi dico che andrò in quel luogo quando uscirò dal corpo.

Cristo si rivolge ai Suoi discepoli e dice loro: «Non abbiate paura di quelli che sono sulla Terra e uccidono». E chi sono? Se leggete il primo versetto[5] vedrete che agli spiriti empi è dato il potere di uccidere, ma tale potere non si estende sulle persone buone, bensì su quelle malvagie. Il cristiano contemporaneo dice: “Io voglio dominare sui miei fratelli”. Vedete, Cristo non ha dato agli Apostoli il potere di dominare sugli uomini, ma sugli spiriti maligni: ognuno di noi deve averne dominio. Chi non comprende questa Legge divina commetterà sempre errori, subirà le imboscate di quelli spiriti da qua o da là. La gente adotta diversi metodi per minacciare gli spiriti, ma quelli non se ne curano affatto, non hanno paura di bastoni né di parole. Per dominare uno spirito immondo non devi averne le debolezze; altrimenti, sii pure scienziato, filosofo, ministro, ne sarai schiavo – quelli ordiranno intrighi, detronizzeranno i re, possono fare di tutto. Se non ne possiedi le debolezze, sei loro padrone: ecco perché Cristo comandava su tali spiriti. Egli era puro e quando diceva loro: «Uscite!» rispondevano: «Obbediamo»[6]. Coloro che provocano e guariscono le malattie sono sempre loro, gli spiriti maligni: vi sembra incredibile, nevvero? Questa è la Legge. Se prendete dei soldi da qualcuno, glieli dovete restituire, o no? Se ferite qualcuno, dovete pagargli le cure, o no? È il diavolo che combina i guai, e voi invocate il Signore a sistemare le cose: Egli agguanta il diavolo e gli ingiunge: “Hai danneggiato la casa di quest’uomo, ora va’ a ripararla”, e il diavolo si affanna a farlo. Allora il Signore gli dice: “Prego, accomodati, buttala pure giù di nuovo, se ti conviene”. Ora, perché il Signore non risponde alle vostre preghiere? Ve lo dirò. Dal momento che siete deboli, quando arrivano questi operai riparatori non riuscite a controllarli, e scappano via. Bisogna che, quando il Signore ve li manda, ne abbiate dominio, li comandiate e sproniate con la frusta; poiché, lasciati a loro stessi, se la svigneranno e vi resterà la casa da ricostruire. Non dovete mai avere le stesse debolezze di questi spiriti. Alcuni dicono: “E come si può essere senza debolezze!”; se non si può, essi vi condurranno alla morte, prenderanno i vostri corpi, i soldi, v’imprigioneranno – non c’è altra via di scampo. Ora, Cristo viene e dice: «Vi dirò chi temere[7]». Egli dice: «Non trasgredite la Legge di Dio». La seconda parte di tale spiegazione implica l’adempimento della Legge di Dio cosicché i vostri corpi e le vostre anime siano liberi.

Ognuno di noi ha bisogno di fare una piccola revisione nel proprio cuore e nella propria mente, per vedere quali debolezze vi siano. Se amate mentire, tutti gli spiriti della menzogna vi circondano, sono vostri ospiti, ve li attirate. Se godete delle disgrazie altrui, allora tutti gli spiriti della malignità vi stanno dattorno: se foste chiaroveggenti, ne vedreste intere orde mangiare e bere nelle vostre case. Qualora odiate, tutti gli spiriti dell’odio mangiano e bevono a spese vostre. Ecco perché le persone muoiono: quando quelli vengono a stare da voi per un giorno o due, cominciate – è ovvio – a lamentarvi: “Mi duole qui la testa, gli occhi, mi fanno male le braccia, le gambe, lo stomaco, il cuore, i polmoni”. E come potrebbe essere altrimenti? Questi spiriti maligni estraggono da voi fluidi vitali e gli occhi iniziano a velarsi, incominciate a non vedere, non sentire bene, gambe e braccia iniziano ad indebolirsi, ed un bel giorno vi prendono su e vi portano nella tomba. E quando andrete dal Signore con le vesti a brandelli, Egli vi chiederà: “Ebbene, figlio, hai dato fondo a tutto ciò che ti ho dato?” – “Papà, perdono, abbiamo mangiato, bevuto, fornicato; d’ora in avanti non lo faremo più.” E poiché Dio è gentile, dice: “Vi darò di nuovo credito, basta che abbiate imparato la lezione”.

E perciò Cristo dice: «Vi dirò chi temere». Questo timore, questa paura è l’assennatezza[8]. Quando nell’essere umano si uniscono un sentimento negativo con uno positivo, il senso di cautela e la capacità di ragionare, allora in lui nasce la ragionevolezza; la paura ne è l’aspetto negativo. Dunque Cristo vuole dire: «Non separate questi due elementi l’uno dall’altro, perché se lo farete, se separerete il vostro senno dal senso di paura, in modo che non si controllino a vicenda, perderete senz’altro sia il corpo che l’anima vostra». Che cosa è l’inferno? Vedrete che consiste in quelle condizioni limitate di sviluppo, in cui condurrete una vita di sofferenza e resterà di voi solo la nuda coscienza. E conoscete la situazione di un uomo morto? Un giorno sperimenterete tale sensazione un po’ più tangibilmente. Quando del defunto non restano che le ossa, la sua anima ci gira intorno dicendo: “Quanto erano belle!” – e rimpiange – “Questa ricchezza mi resta; lo stucco se n’è andato.” Mattoni e tegole son là, e, dopo del tempo, quelle ossa di nuovo ricostruiranno il loro tempio originario, e perciò il Signore chiede al Profeta: «Figlio dell’uomo, possono queste ossa prendere vita?» ed il Profeta risponde: «Tu lo sai, Signore!» E dice il Signore : «Profetizza allora che venga lo Spirito e le vivifichi[9]».

Una volta Edison architettò uno scherzo a degli amici, animando automaticamente due scheletri, con gambe e braccia collegate a fili di ferro, un grammofono nelle mani, lampadine al posto degli occhi, e quelli automi ripetevano: “Eravamo una volta come voi – mangiavamo e bevevamo; guardateci ora!” Tutti si diedero terrorizzati alla fuga, ed Edison ci mise un bel po’ a convincerli che fosse solo una burla fatta da lui. Con l’odierno stile di vita anomalo, ogni persona si ritroverà scheletro, incapace di lavorare, di pensare, di agire. Per questo Cristo si rivolge ai Suoi discepoli e dice loro: «Non abbiate paura». Per poter regolare questo sentimento – la paura – dobbiamo fondarci pienamente sulla Legge divina, sulla coscienza di essere connessi con Dio.  A volte sorge in noi il pensiero: “Vogliamo vedere il Signore, vogliamo vedere Gesù Cristo”. Tutti i giorni Lo vedete. Non appena nasce in voi questo sentimento d’amore, d’affetto, Egli è lì, e Lo sentite, per vederlo basta solo che apriate i vostri occhi spirituali: ora vedete il lato esteriore delle cose e non l’essenziale. Ogni giorno ognuno di voi è in comunione con il Signore quando soffre e ama. Quando qualcuno soffre ed è in condizione d’infermità, il Signore lo medica e, col bendargli le ferite, gli procura certi dolori, facendolo gemere. Il Signore gli illustra allora le cause di tali sofferenze: “Poiché non hai adempiuto alle Mie Leggi ora soffri, ma sii paziente, ti guarirò”. – “I dolori sono insopportabili.” – “Eppure, quando ti ho detto di non infrangere la Legge, non hai ascoltato.” – “Ma ci vuole tanto tempo.”  – “Imparerai.”

D’ora in poi dovete fate dei tentativi – come facevano gli antichi cristiani[10] – per poter uscire dal proprio corpo. La vostra mente dice: “Sarà glorioso uscire”. Glorioso, sì, ma ci vuol conoscenza. Per primo, devi liberarti da tutte le debolezze degli spiriti che ti circondano, e quando uscirai, dirai loro: “Che nessuno si avvicini al mio corpo, altrimenti assaggerà la frusta”. Ma se gli spiriti sanno che hai delle debolezze, non appena parti e lasci il tuo corpo, se ne impossesseranno. Perciò i contemporanei sono ben legati dal Signore al corpo fisico, poiché se ne escono sarà ancora peggio per loro: la loro evoluzione si arresterà. Cristo si rivolge ai Suoi discepoli, che vogliono seguirLo per comprendere questi segreti del Regno di Dio. E penso che il metodo per la longevità stia tutto qui: vi riporterò un fatto. Prendete le persone che penano e si adirano, che attraversano molte tempeste nella loro esistenza: le loro vite sono di breve durata, mentre quelli che restano calmi – come si suol dire, placidi– e non si arrabbiano, non si agitano, hanno lunga vita. E così Herbert Spencer[11] dice in un punto: “Quando le forze esterne della natura si bilanceranno con i processi interni dell’organismo umano, conseguiremo la vita eterna nel mondo fisico”. Quali sono queste forze esterne? Gli elementi nocivi. Quando troveremo un equilibrio, quando avremo capito che cosa desideriamo, cosa vogliamo, e sapremo come reagire agli elementi dannosi e subordinarli, potremo vivere sulla Terra quanto vogliamo: cento, cinquecento, mille anni, e potremo partircene quando vorremo, dipenderà da noi. Dopo aver vissuto qualche migliaio di anni, diremo: “Abbiamo vissuto a sufficienza, ora vogliamo partire per una lunga gita all’altro mondo”. Allora saremo accompagnati da parenti e amici, come succede adesso quando ci mandano a prendere il treno. La partenza[12] avverrà così: saremo liberi di prendere il biglietto ed andare, senza che i nostri amici seguano il corteo dicendo: “Pover’uomo, la morte lo ha falciato”. “No”, – diremo – “vado a fare una passeggiata, a visitare la mia casa paterna, e forse un giorno tornerò.” E loro ci augureranno buon viaggio. Il Cristianesimo è una scienza tale da prepararvi per questo viaggio, in cui avete da percorrere un lungo tragitto. Non pensiate che il luogo dove andate sia molto vicino: è molto vicino ma anche molto lontano. Vicino e lontano sono concetti relativi. A velocità media impiegherete duecentocinquant’anni per raggiungere il Sole, ma muovendovi alla velocità della luce solare ci arriverete in otto, nove minuti. Nove minuti non bastano per andare da qui al parco Borisova gradina[13] – a me ce ne vogliono almeno venti – mentre in nove minuti la luce solare percorre da novantadue a novantatré milioni di miglia. Quando parliamo di spazio, lo intendiamo in relazione alla velocità di movimento. Se partissimo per la stella più vicina, Alfa Centauri[14], sapete quanti anni ci vorrebbero? Trentaquattro milioni di anni con il treno, mentre alla velocità della luce tre anni. Ma se si tratta di viaggiare alla velocità della luce verso l’universo più vicino collegato al nostro ci vorrebbero novanta milioni di anni; quindi dipenderà da dove andate. Se andate sul Sole alla velocità di un treno, e gli amici vi chiedono tra quanti anni ritornerete, dite: “Duecentocinquanta anni per andare e altrettanti per tornare fanno cinquecento, più duecentocinquanta per vivere lì, ritorneremo dunque tra settecentocinquanta anni.” E se lo domandate a chi è diretto ad Alfa Centauri vi dirà: “Trentaquattro milioni di anni l’andata, trentaquattro milioni il ritorno, altrettanti per restare lì, tornerò tra cento milioni di anni.”

Questi sono pensieri filosofici astratti, degni solo di angelici intelletti; voi non potete afferrare una tale vastità – trentaquattro milioni di anni – vi occorre una mente angelica per cogliere la maestà di Dio in questo pensiero. E Cristo si rivolge ai suoi discepoli, dicendo: «Non temete»; volge lo sguardo in alto e aggiunge: «Non abbiate paura per le piccole case che possedete, non agitatevi per questi affari spiccioli, perché il Padre vostro vi ha destinati a grandi cose». Guardate di custodire la vostra anima pura e luminosa: con tale capitale potete viaggiare attraverso tale vastità. Un giorno, quando partirete per il Cielo, non vi porterete il vostro corpo, bensì l’anima; il corpo lo lascerete alla Terra, perché è preso da qui. È un carro composto temporaneamente da elementi terrestri, e ci starete sopra finché sarete nel regno di questi quattro elementi; quando giungerete in montagna, e dovrete procedere su di un sentiero impervio, scenderete dal carro per proseguire a piedi. Per questo Cristo dice: «Non abbiate paura di perdere la vostra anima né di arrestare la vostra evoluzione quando arriverete al sentiero montano».

Voi ambite a fare i signori: non siate padroni dei vostri fratelli. La più grande trasgressione degli uomini odierni è di volersi dominare a vicenda. Non bisogna comandare le persone: potete e dovete comandare gli spiriti maligni. Lo spirito maligno, voglio che lo comandiate, che lo discipliniate, ma non le persone; questo dice Cristo. Talvolta volete sapere chi sia stato più grande, chi più piccolo, chi più vecchio e chi più giovane: ma che tu sia più grande o più piccolo, più vecchio o più giovane che importa? Il Signore potrebbe averti mandato[15] prima o dopo, ponendoti in fondo o in testa, e allora? Un giorno il Signore ti metterà in coda, un’altra volta alla testa, un giorno sulla schiena, un altro sulle gambe, è indifferente: non sono cose essenziali. La forza sta nel sentirsi padroni degli spiriti maligni, nell’imporsi loro per fargli fare questo o quello. “Voglio intimorire mia moglie picchiandola.” Picchia oggi, picchia domani, lei scapperà e tu ti ritroverai a pregarla. La forza dell’uomo è dentro di sé, là dovrebbe rivolgere la sua attenzione. Ognuno di voi deve prendere il controllo su questi spiriti. So che molti ne sono torturati, e che si rivolgono a Cristo perché gli aiuti. Ma come potrà farlo? Egli li lega e loro li slegano: tali persone non si possono aiutare. Si occuperà forse Cristo delle volpi e dei lupi in voi[16]? Metteteli al lavoro. Questo pensiero è forse espresso in forma un po’ allegorica, ma io ve lo do come regola. Non potete diventare padroni della vostra vita finché non imparate a gestire questi spiriti.

Ci sono sette passi che dovete compiere prima di poter dominare sugli spiriti maligni. Gli spiriti empi hanno paura della luce: la prima cosa da fare è di rivolgervi a Dio. Cos’è la conversione? Ora siete con le spalle rivolte a Dio, e nel vostro mondo c’è oscurità: fate dietrofront e volgetevi con il viso al Signore. Senza rivolgersi a Lui, non si può. Quando volete sbattere un vestito dalla polvere, forse che non lo rivoltate ? Prenderete dunque il vostro cuore e la vostra mente e li rigirerete, per rivoltarli e scuoterne la polvere dall’interno. Rigirarsi ha un duplice senso: voltarsi verso il sole e rivoltare il vestito dall’interno per scrollarne la polvere.

La seconda cosa necessaria è il pentimento: revisione, liquidazione dei conti. Appendi in ditta un avviso: “Sospendo tutti i pagamenti, non do né prendo – rendiconto annuale”. Fai il bilancio, tiri le somme: tot da riscuotere, tot da pagare, rimane infine un debito da diecimila leva. Non resta che andare dai tuoi creditori a implorarli: questo è fare penitenza. Mostri loro i registri: “Amici, sono un uomo onesto, non so come ho un ammanco di diecimila leva, perdonatemi e fatemi ancora credito”. Senza tale supplica ti manderanno in prigione. Non appena esaminati i conti ed essersi convinti della tua onestà diranno: “Abbiamo già fatto affari con te in passato, ti condoneremo e ti faremo credito di nuovo”.

Perdono e salvezza sono collegati. Ciò che chiamiamo salvezza nel Cristianesimo sopraggiunge dopo aver superato le due fasi di conversione e penitenza verso Cristo. Egli dice: “Ti faccio di nuovo credito e ti rimando nel mondo a lavorare”. Riapri la ditta con l’annuncio: “Rientro in attività, do e prendo”.

Il quarto passo è la rigenerazione; lo spiegherò tramite un processo agricolo. Un contadino ha un frutteto, lo eradica e reimpianta ex novo: quando i nuovi meli cominciano a spuntare è la rigenerazione, in lui dimora la speranza che il nuovo frutteto gli darà frutto. Anche nel Cristianesimo, passato questo processo, avviene in noi una rigenerazione: il nuovo ha cominciato a sorgere. La rigenerazione è un processo di fioritura e fruttificazione. Ci sono pentimento, perdono, salvezza, rigenerazione e – quinto – rinascita. Con la nuova nascita l’uomo viene liberato dalla legge karmica di causa ed effetto: siete allora cittadini liberi, padroni di voi stessi, nessuno può assoggettarvi. Solo al quinto passo potete dominare sugli spiriti maligni; solo all’altezza di Cristo potete comandare su quelli spiriti. Allora sarete discepoli di Cristo, ed è qualcosa di sublime. Egli diede ai Suoi discepoli dominio sugli spiriti maligni e li mandò a guarire e resuscitare le persone. Come si può dare tale potere a chi si è a malapena convertito e non ha ancora revisionato i propri conti? Non è stato ancora perdonato, non è ancora rinato e già vuole governare il mondo! Non si può. Volete comandare sugli spiriti maligni: non si può senza passare per queste quattro tappe e avere il pieno controllo della vostra situazione. Ora restate imbambolati, chiedendovi timorosi se possedete o meno interiormente tal virtù. Vi sono due estremi nel Cristianesimo: alcuni si mostrano più umili di quanto non lo siano in realtà, mentre altri si sentono più peccatori di quanto non siano. Entrambe sono posizioni estreme. Ditevi francamente: “Ho diecimila leva sul conto”, ma se ne hai diecimila e ammetti con te stesso di averne cinquemila – menti; anche dicendo quindicimila inganni te stesso. Se ne hai diecimila fa’ conto di averne diecimila, né più né meno. Dobbiamo esprimere sempre la verità, così come la conosciamo interiormente; dobbiamo parlare in modo chiaro, categorico, positivo, allora le nostre relazioni con le persone saranno buone. Perché? Siccome gli Esseri che vi guidano vivono in Cielo, quando regolate i conti con il vostro Spirito-guida Esso li sistemerà con tutti gli altri spiriti, e non potranno odiarvi. Potrebbero dire: “Ti ucciderò”, risponderete loro con calma: “Non puoi, sei legato”. Qualcuno dice: “Lo farò!” – “Non puoi, provaci.” Un giorno un tale mi disse: “Se tiro fuori la rivoltella, vedrai.” – “Tirala pure fuori, e se ti rimanesse inchiodata in mano, a mezz’aria?” – “Allora tirerò fuori il coltello.” – “Fai pure: ma lo sai fare? Non certo così!”. Per questo ci deve essere il permesso dall’Alto: se dall’Alto vogliono testare la tua fermezza, pazienza e abnegazione, ti potranno sottoporre a varie prove, e le dovrai sopportare; tuttavia, se non c’è il permesso dall’Alto, ti si può levare contro il mondo intero, ma non farà altro che girarti intorno.

Un inglese scommise quattromila sterline con un altro che aveva quaranta cani di razza bulldog e sosteneva: “Non ci sono cani più terribili dei miei, tanto sono inavvicinabili”. Dopo aver scommesso, il primo inglese tracciò un cerchio attorno a sé, e l’altro gli aizzò contro i cani, ma quelli giravano attorno al cerchio senza poterlo oltrepassare. Alla fine l’inglese nel cerchio fischiò in modo tale che i cani si dettero alla fuga tra la gente. Con cosa li atterrì? Aveva una certa forza in sé stesso: non li scacciò con un fucile né con un bastone, ma con un certo potere che usò, ecco perché scapparono. Chiedo: e la vostra forza dov’è? Un giorno qualche spirito maligno può dire: “Sciolgo i miei cani”. – “Liberali pure; mi disegnerò un cerchio intorno e appena fischierò svaniranno come fumo”. La forza sta in questo fischietto Divino, e chi lo possiede è sempre libero e potente.

Quindi avete ora il metodo per dominare gli spiriti maligni: non possedere le loro debolezze. Se avete paura, tutti gli spiriti della paura vi saranno attorno e perciò gettate via tutte queste debolezze lontano da voi. “Ebbene – dite – non fumerò più tabacco”, ma il giorno dopo vi bloccate. Fatelo, senza dirlo. Oppure dichiarate: “Ho deciso di seminare” prima ancora di aver piantato qualcosa. Semina, e poi chiama i tuoi amici: “Venite a vedere che cosa ho fatto!”, e loro ne saranno felici. Dite: “Ho deciso di essere buono, visionate il mio piano, farò questo e quell’altro”. Non farai niente, ho visto milioni di piani: l’intero inferno è ricolmo di piani. Se avete in mente di fare qualcosa non parlatene, ma dite soltanto: “Signore, vieni in mio aiuto”. E quando il vostro frutteto crescerà e darà frutto, chiamate tutti i vostri amici e dite loro: “Mangiate, bevete e siate allegri”. Allora Dio vi benedirà: il Cristianesimo è questo. E quando Cristo vi dice: «Non temete coloro che uccidono il corpo, ma coloro che uccidono lo spirito», intende che ciò che essi prendono può essere preso – come dice il proverbio – persino a Pasqua; presto il termine scadrà, e vi sarà tolto. Sei come un cocchiere a cui toglieranno la carrozza e dirai: “Mi hanno sfrattato”. E per qual motivo non dovrebbero farlo? Ringrazia che abbiano avuto la bontà di aspettare per te così tanti anni. Gli spiriti sono i padroni dei vostri elementi terrestri, appartengono a loro, e perciò dice la Scrittura che siamo forestieri[17] in questo mondo, che questa Terra su cui viviamo non è nostra. Il Signore ci ha inviato qui a conquistarla con la forza. E voi volete conquistarla, fare i padroni, ma bisogna prima ingraziarsene gli spiriti e solo allora anche gli elementi esteriori, poiché ogni elemento ha il suo padrone. Non potete essere padroni dell’acqua finché non vi propiziate gli spiriti dell’acqua, né dell’aria finché non ve ne propiziate gli spiriti, né del fuoco senza esservene propiziati gli spiriti, e così via. Cristo, quindi, ci dà una legge secondo cui dovremmo agire: la prima cosa è essere puri e quindi convertirsi a Lui. Ora che Cristo viene in questo mondo, come vi troverà? Beninteso, alcuni ricchi ed altri poveri. È detto: «E se qualcuno edifica su questo fondamento con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l’opera di ciascuno apparirà chiara, poiché il giorno la mostrerà; dal momento che essa è rivelata dal fuoco, e il fuoco metterà alla prova l’opera di ciascuno: colui al quale resiste l’opera che ha costruito, riceverà il suo salario; e colui la cui opera brucia, sarà danneggiato, pur essendo egli stesso salvo, ma come si viene salvati dal fuoco».[18]E chiunque non osserva la continenza e non ha in se stesso timor di Dio: «Un tale uomo lo consegneremo a Satana per la distruzione della carne, affinché lo spirito sia salvato nel giorno del Signore Gesù».[19]Se avete acquisito esperienza in tante migliaia di anni, se avete sofferto tenendo alto lo stendardo della Verità, non temendo coloro che uccidono il corpo, e vi siete sacrificati per la glorificazione della Giustizia, per il trionfo del Regno di Dio, il Signore vi esalterà di nuovo, vi resusciterà. E perciò Cristo dice: «Non temete coloro che uccidono il corpo»: se uccidono il vostro corpo l’anima rimarrà libera, ed è ciò che vale nella vita. Ogni altro cammino che vi fa deviare dalla Verità è dannoso sia al vostro corpo che all’anima; poiché i codardi, i pusillanimi, non erediteranno il Regno di Dio. Nel perseguire la giusta causa di Dio, la giusta causa dell’umanità, la giusta causa della nazione, la giusta causa della società, la giusta causa della famiglia, la giusta causa dell’anima individuale non dovrebbe esserci alcuna paura, trepidazione, esitazione, codardia, alcuna apostasia dal Grande Principio della vita. Ciò che è giusto resta sempre giusto. Amore e paura non possono coesistere nello spirito umano, nello spirito del vero essere umano. Laddove c’è l’Amore, non c’è paura; e laddove c’è paura, non c’è Amore. L’Amore è segno di pienezza, di unità di tutte le forze, sentimenti e capacità dello spirito umano, mentre la paura è segno di assenza, di disunione di quell’armonia interiore di pace dell’anima.

Con queste ultime parole mi riferisco al sublime, al nobile, al buono nell’uomo, non a quell’impudenza, rudezza, crudeltà e insensibilità che spesso passano per valore e coraggio. L’ideale dell’eroismo sta in questo:  quando vieni messo alla gogna per una causa giusta, poter sopportare magnanimamente ogni sofferenza, ignominia, insulto, malignità e accusa dei circostanti, siano pure il mondo intero, e dire a tua Madre: “Per Te, che mi hai generato in questo mondo Divino, io sacrifico tutto. Nel Tuo Amore trovo l’estremo sostegno dell’anima mia. La paura del mondo esterno, di quelli che uccidono il mio corpo, ha fatto il suo tempo. Io non temo più, perché Ti conosco: che Tu mi riservi morte o vita, le accetterò con uguale gratitudine. Con Te anche nella morte v’è un fine, senza di Te persino la vita non ha un fine. Nella morte o nella vita, sii sempre Tu Corona luminosa al mio spirito.”

1° novembre 1914, [20] Domenica, Sofia.


Note

[1] Tre giorni prima, il 29 ottobre 1914, l’Impero Ottomano era entrato nella Prima Guerra Mondiale, allargando la portata del conflitto.

[2]  Il peccato originale.

[3]  Lc 12,7

[4]  Mt 23,9.

[5]  Mt 10,28

[6]  Mc 1,27

[7]  Lc 12,5

[8] Cfr. Pr 9,10: «Il timore dell’Eterno è il principio della Sapienza» (n.d.t.)

[9]  Ez. 37, 3-5.

[10] Cfr. 2 Cor 12, 2. (n.d.t.)

[11]  Noto ed apprezzato filosofo sociale inglese (1820-1903) autore di “L’uomo contro lo Stato” (1884).

[12]  S’intende la dipartita per l’Altro Mondo.

[13] Grande parco a sud-ovest di Sofia, appena fuori dal centro cittadino. A quest’epoca, prima della costruzione del Salone fraterno, le conferenze del Maestro venivano tenute in sale affittate in diverse zone di Sofia.

[14]  Essa dista 4,365 anni luce dal nostro Sistema Solare ed è ben visibile ad occhio nudo nell’emisfero australe.

[15]  S’intende sulla Terra.

[16] Animali carnivori simboli di tendenze animalesche nell’essere umano.

[17]  1 Pt  2,11.

[18]  1 Cor 3, 12-15

[19]  1 Cor 5, 5

[20] 19 ottobre secondo il calendario allora in uso in Bulgaria (il cosìddetto vecchio stile della Chiesa Ortodossa – che segue tuttora il computo giuliano del tempo – in uso prima della Rivoluzione d’ottobre russa). In tal giorno ricorre la memoria di Ivan Rilski, San Giovanni di Rila, patrono della Bulgaria, ed è festa religiosa solenne per il Paese.  Corrisponde al Primo novembre secondo il calendario  gregoriano oggi universalmente adottato.


Traduzione a cura di Michela Piccoli e Valentina Gencheva