Conferenze mattutine – Anno 1938

20 marzo 1938, Izgrev – Sofia

25. I buoni frutti

Riflessione

Leggerò il capitolo 15 del Vangelo di Matteo.

Spesso le persone hanno delle aspettative nei confronti della vita. Fin dal primo mattino si creano l’attesa per qualcosa di particolare che accadrà loro. Che cosa di preciso, non lo sanno, ma attendono. A volte accadono cose che non immaginavano. Capita loro ad esempio una difficoltà che non avevano previsto, o gli giunge un’opera di bene del tutto inaspettata. Altre volte invece succede quello che pensano ed allora, entrano in congruenza con l’ordine Divino delle cose. C’è chi ha delle pretese tutte sue ed esige che gli esseri intelligenti dall’alto si comportino secondo le sue idee. Il bambino si arrabbia, piange, vuole che sua madre e suo padre si comportino come lui desidera. In alcune situazioni i genitori sono indulgenti e fanno contento il bambino, ma non sempre accade quello che vuole lui. Quindi, in quel caso, il direttore d’orchestra sono la madre ed il padre. Sono loro che guidano il figlio e che dettano le regole. Accade a volte che il bambino si metta a cantare in scala minore ed allora dici: “È un bambino!” Se fosse stato un bambino, come poteva pensare di comandare i suoi genitori? Il bambino non dà mai gli ordini. Se lo fa, non è affatto un bambino, ma un vecchio padrone.

Oggigiorno tutti vogliono essere padroni, ma non conoscono le conseguenze di questo padroneggiare sugli altri. In pochi vogliono essere allievi e servire. Essi studiano e servono perché si sentono obbligati, e non per amore. Tutti quelli che vorranno comandare qualcuno, troveranno qualcun altro che comanderà loro. Essi si trovano nella posizione del chicco di grano che viene sotterrato. Da che mondo è mondo nessun padrone è riuscito a liberarsi da questa legge. Chi vuole governare viene sepolto. L’unico motivo per il quale muoiono le persone è perché vogliono governare. Se ancora agli albori le persone si fossero accontentate di rimanere allievi, non sarebbero mai uscite dal paradiso. Siccome hanno voluto dominare, come il Signore, sono venute via dal paradiso e si sono trovate sulla terra. Così hanno perso tutto quello che avevano. È una legge: Dio non permette l’esistenza di più padroni nel mondo, uno ne è sufficiente. Se ti assale il desiderio di diventare padrone, ti scontri con Dio. Solo così potrai capire che Egli è onnipotente, non ti concederà il dominio. Questo vuol dire provare il bastone di Dio.

Molti mi chiedono perché esistono le sofferenze nella vita ed io rispondo: perché volete dominare. Il bambino ubbidiente che si comporta secondo la volontà dei propri genitori non soffre mai. Nel momento in cui egli vuole imporsi e diventare loro padrone, essi tirano fuori la propria parte grossolana. Se domandate al bambino perché i suoi genitori lo puniscono e picchiano, egli vi risponderà: “Sono diventati cattivi, non sono più come erano. Per ora sono ancora un bambino e non posso reagire, ma quando cresco gli faccio vedere chi sono io!” Direte: “È un bambino, non sa cosa dice”. No, così si comportano non solo i bambini, ma anche gli adulti. Qualcuno fa il suo ingresso in una società ed i primi tempi è riservato, non si espone. Una volta al potere, parla così: “Non cercate di convincermi, io ho il mio parere personale”.

Si incontrano due credenti. Uno dice all’altro: “Io credo”. L’altro gli risponde che crede anche lui. Iniziano a discutere chi dei due ha ragione. Entrambi vogliono imporsi. – Questo è rivolto a noi? – No, voi non siete come questi due. Direte che sto ironizzando. Vi illustro cosa voglio dire. Tutti gli scontri nelle famiglie, nelle società, sono dovuti a coloro che vogliono fare da padroni. Il figlio maggiore vuole essere padrone e sottomettere i più piccoli. Talvolta la sorella maggiore vuole dominare quelle più piccole. Chi sarà il padrone dipende da chi si dimostrerà più forte. Laddove ci sono dominazioni, l’ordine delle cose è scomposto. Una volta questo ordine andava bene, ma per il futuro non è più adatto. Una volta il tagliapietre, con mazza e scalpello in mano, andava a spaccare i blocchi di pietra grezza. Ma oggi, quando le pietre sono diventate persone viventi, che senso ha spaccarle? Se state costruendo una casa in mattoni e pietra c’è bisogno di romperli? Se li rompete le mura verranno giù. Se le pietre sono piccole e s’incastrano bene nella costruzione, perché dovete spaccarle?

Ricordate: Senza l’amore il nuovo insegnamento non può essere compreso. È necessario che dopo aver tenuto bene la sua lezione un insegnante o un professore interroghi i suoi allievi o studenti su quello che hanno sentito? In questo caso l’allievo è come un disco in vinile, sul quale il noto professore ha inciso le sue parole. Quest’ultimo deve ascoltare la sua lezione e verificare come il grammofono l’ha registrata. Se il grammofono la riproduce nel modo in cui il professore l’ha trasmessa, gli verrà assegnato un dieci e lode, se invece non la riproduce in modo corretto avrà un voto più basso. Se non sa niente, prenderà un uno. Va bene questo andamento della faccenda? Nel mondo spirituale potrebbe andar bene, ma c’è un altro modo, nel quale si può sviluppare, secondo il quale lo studente impara bene la lezione e va nel mondo per metterla in pratica. Al professore non interessa come lo studente ha inteso o memorizzato questa lezione, ma come l’ha applicata e qual è il risultato di quest’applicazione. Ad un chimico viene assegnato il compito di analizzare un composto in laboratorio. In questo caso, al professore non interessano le conoscenze dello studente in chimica analitica, ma il risultato dell’analisi, cioè come ha risolto il problema.

In cosa consiste il nuovo insegnamento? Nel raddrizzare la vita dei secoli passati. Venne da me una sorella per chiedermi qualcosa. Si spacciava per una molto sapiente. Quel giorno non ricevevo. Decisi di non mandarla via, ma di parlarle con franchezza senza risparmiarle niente. Lei non se l’aspettava. Le dissi: “Tu vuoi sembrare diversa, ma non sai che sei uguale a tua sorella ed a tuo fratello. A tua sorella somigli per la mondanità, a tuo fratello per il fatto di essere tirchia come lui”. Lei si mise a piangere. Le dissi: “Le lacrime non ti aiuteranno, pensa piuttosto a come cambiare te stessa. In più, sei anche vanitosa. Se non ammetti la veridicità di quanto ti dico, non resta che una cosa da fare: che io corregga i tuoi difetti dentro di me”. Questa è la legge. A volte sento i miei allievi lamentarsi: “Non ne possiamo più delle preghiere, vogliamo essere indipendenti, andare nel mondo e vivere liberamente”. – Per migliaia di anni avete fatto esperienza nel mondo, conoscete questa vita. Se la rifate anche adesso non imparerete niente di nuovo. Sento il maiale brontolare dal porcile: “Sono stufo di questa situazione, la mattina il fattore mi porta fuori e la sera mi riporta nel porcile. Voglio essere libero di rotolarmi a volontà nella pozza di fango”. Per molti anni questo maiale ha sguazzato nella melma. Alla fine dei conti si ritrova ad essere lo stesso maiale, non ha acquisito niente di nuovo. È pericoloso fare il bagno in un fiume tropicale attorno a mezzogiorno, è facile diventare il pasto di qualche coccodrillo. – Voglio farmi il bagno nel fiume caldo. – Puoi farlo, ma devi sapere che proprio a quest’ora escono i coccodrilli.

Dico, è naturale cercare la libertà e l’indipendenza. Questa ricerca caratterizza non solo l’individuo, ma tutta l’umanità. È proprio questa ricerca che a volte ci spinge ad errare. Non è sufficiente costatare l’errore, ma anche correggerlo. Questo è possibile applicando la musica. Stai studiando musica, ma il tuo insegnante non è ancora soddisfatto. Sei capace, hai orecchio, la tua mano però non è allenata e neanche il tuo orecchio. Ti devi allenare finché non diventi padrone del tuo orecchio e della tua mano. Studiando le regole della musica correggerai te stesso. Molte volte verrai corretto dall’insegnante finché non impari ad intonare le note all’altezza giusta. Per aggiustarsi, l’allievo deve avere amore per la musica. Canterai anche cento volte una canzone, fino a che non l’avrai imparata correttamente. Anche l’insegnante deve amare il suo mestiere, perché l’allievo migliori ed impari a cantare e suonare bene. Anche la vostra vita può migliorare, se provate amore per essa.

Quando vi dico che non dovete fare il bagno nei fiumi abitati da coccodrilli, non significa che sia contro i piaceri. È bello fare il bagno nei fiumi come lo è andare ad una festa. Io ho frequentato sia feste che concerti. Ho anche nuotato nei fiumi, non rinnego queste cose. Quello che conta è sfruttare la potenza delle cose. Ad esempio, può accadere a volte di andare ad un concerto ammalati e di tornare sani e rinvigoriti. Oppure, andare al teatro poveri ed abbattuti ed uscirne arricchiti e pieni d’ispirazione. Una volta (fu la prima e l’ultima) un americano mi portò alla borsa di New York. Parlava un tizio, urlando e gesticolando. L’americano mi disse: “Qui è la nostra alta società”. Qualcuno entra fiero, pieno di sé, rispettato e onorato da tutti e poco dopo viene portato fuori come l’ultimo straccione, via dalla borsa. Entra come milionario ed esce come poveraccio. Le borse simili esistono anche nella religione, nella scienza e nella musica. Quindi, abbiamo la borsa religiosa, la borsa della scienza, la borsa commerciale etc. È naturale, se entri in un ambiente di scienziati, anche tu lo diventi. Altrimenti perdi anche quello che avevi.

Vi porto un esempio per farvi capire cosa avviene nelle così chiamate “borse religiose”. È un caso realmente accaduto. Un giovane di un paesino vicino a Russe mostrava interesse per le questioni religiose. Una volta incontrò un evangelista che iniziò a convincerlo di entrare a far parte della loro chiesa. Così il ragazzo divenne evangelista. In paese però iniziavano a perseguitarlo per infedeltà alla chiesa ortodossa. A breve conobbe i battisti, che vollero attirarlo a loro. Lasciò così perdere gli evangelisti. Dalla fede ortodossa quindi, egli passò a quella degli evangelisti e poi a quella battista. Ai battisti piaceva, per cui, per far sì che restasse con loro, lo mandarono a predicare. – “Come faccio a predicare quando io stesso non so ancora niente! Datemi un lavoro da svolgere in mezzo a voi, così imparo”. – “Non c’è lavoro per te”. Un commerciante battista gli disse: “Tu sei nostro fratello, non posso prenderti in servizio da me. Solo i laici possono venire qui per servirci, mentre tu andrai a servire loro”.

Il giovane decise di partire per la Romania alla ricerca di un lavoro. Tra persone sconosciute però cadde in tentazione e non superò le premesse. Sentendo parlare di me mi inviò una lettera. – Ho 22 anni e voglio venire da Lei. Gli dissi di venire. Lo vidi arrivare un giorno, mal conciato, con i vestiti tutti strappati e le scarpe rotte. Mi disse: “Guarda in che stato sono! Ero ortodosso, sono diventato evangelista, poi battista. Adesso voglio restare tra voi”. Uno dei nostri fratelli, medico, che credeva negli spiriti, si prese subito cura di lui: lo vestì, gli diede delle scarpe e una camicia, lo mandò a farsi un bagno e gli assicurò il vitto per un mese. A me disse: “Gli spiriti lo mandano da me perché lo aiuti”. Il ragazzo era sempre appiccicato al dottore, il quale aveva l’intenzione di assumerlo. Lo portò da un libraio di Varna dicendogli: Dà a questo giovane un po’ di libri da vendere dietro una ricompensa. Il venditore gli diede dei libri del valore superiore a 1500 leva.

Il giovane prese i libri e non tornò più. Per aiutarlo anch’io l’avevo raccomandato al libraio. Mi chiesero: “Dov’è andato il ragazzo? “- “A predicare”. – “Ma tu non sei un chiaroveggente, non potevi prevedere che vi avrebbe derubati?” – “È il modo degli spiriti per mettervi alla prova”. – “Scrivesse almeno una lettera! Ma lui niente, ha mangiato i soldi e non si è più fatto vivo”. Siccome io avevo garantito per lui, pagai i 1500 leva. al libraio. Finché era ortodosso, evangelista e battista, egli si faceva vedere, ma una volta diventato spiritista, sparì. Dicevo ai fratelli: “Tutto si sistemerà”. Ed infatti, pagando, tutto si sistemò. Lo scusai davanti al commerciante per aver dimenticato di saldare il conto. Prima di ricevere i soldi il libraio era pronto ad infamare gli spiritisti, ma poi, soldi in mano, disse che il giovane era un ragazzo onesto. Penso che l’errore fu mio. Forse gli ero rimasto debitore in tempi passati. Oggi il debito è saldato, sono pronto a pagare anche gli interessi. Ed ho capito perché questo ragazzo saltava da una fede all’altra. Cercava la verità. Doveva soddisfare il suo senso della verità. Secondo me, se io non avessi incontrato il ragazzo, oggi non avrei potuto raccontarvi questa storia, invece così vi ho dato un esempio tratto dalla vita che costa più di 1500 leva. e non lo venderei mai. – “Perché non lo venderesti?” – Perché lo racconterò anche ad altri. Raccontandolo in vari posti lascio la libertà ad ognuno di pagare per l’esempio quello che crede. Gli ortodossi fecero bene a battezzarlo come ortodosso, i battisti lo ribattezzarono, mentre gli spiritisti pensarono a vestirlo e nutrito. Ed egli fece bene a mangiarsi i loro soldi. Intendeva dire: I soldi non servono alle persone, sono solo un mezzo.

Nelle mie conversazioni col dottore, egli spesso mi chiedeva: “Tu non lo sapevi che il ragazzo ci avrebbe imbrogliati?” – Lo sapevo, ma mi sono lasciato mentire comunque. Per conoscere la persona devi prima vederla agire. Per comprenderla, essa deve compiere o un bene, o un male. Così agisce Dio, così agisce il mondo invisibile. Ci lasciano compiere l’atto per vedere come siamo fatti. Noi riconosciamo il diavolo dopo che ci ha provocato qualche dolore, e Dio, quando ha compiuto un bene per noi. Dio invece ci riconosce a seconda se siamo servitori del bene o del male. Egli ci lascia liberi per vedere cosa siamo capaci di fare. Voi direste: “Dio non sa come sono fatte le persone, non le conosce?” – Quello che Dio sa è un’altra questione. La cosa importante è come tu agisci, se servi Dio oppure no. Servire Dio non è un processo meccanico, devi sacrificare qualcosa che ti appartiene. Dio deve vivere dentro di te, devi dedicarGli spazio, libertà, ed ascoltare il Suo consiglio. Allora Egli lascia che il suo Spirito ti guidi. Se non segui i Suoi consigli, tu mangerai e berrai quello che ti è stato donato e tornerai da tuo Padre come il figlio traviato, dicendo: “Ho peccato davanti al cielo e davanti a te, non sono degno di chiamarmi Tuo figlio. Accoglimi come uno dei Tuoi servi”.

“Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Poiché non si lavano le mani quando prendono cibo!” Ed Egli rispose: “Non quello che entra nella bocca rende impuro l’uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l’uomo.” Se qualcuno è mal vestito, questo non lo rende impuro affatto e tanto meno è impuro se le sue scarpe sono rotte o il suo cappello vecchio. La risposta di Cristo ha un senso ampio. L’impurità dell’uomo è dovuta alla sua incapacità di comprendere il piano Divino. Qualcuno dice: “Non posso sopportare le persone!” La ragione di questo risiede da qualche parte nel profondo della natura umana. Prendiamo il caso di una ragazza che possiede una grande pazienza. Quando diventa mamma, ella si fa impaziente. Non è la madre, ma il bambino in lei che è impaziente. Nel momento del parto, volendo soddisfare il desiderio del bambino, essa di nuovo mostra impazienza. È iperprotettiva nei confronti del bambino, vuole compiacerlo. Se una giovane si innamora di un uomo con vizi, secondo la legge dell’amore, i vizi di lui si manifesteranno anche in lei. Se ami un musicista, la musica diventerà parte di te; se ami un ladro, questo vizio apparirà anche in te. Ogni difetto o malattia passano da persona a persona. Comprendete bene questo.

Sto dicendo che dovete amare tutti. – Tutti chi? – Gli uomini Divini, gli uomini dell’amore. Senza l’amore Divino l’uomo non riesce a manifestare se stesso. L’amore umano è pericoloso: è pericoloso essere amati, è anche pericoloso quando siamo noi ad amare. – Perché è pericoloso amare? – Questo amore contiene delle imperfezioni. Se entrate in una società dove viene applicato l’amore Divino, voi vi salverete. È importante essere forti. Se lo siete, nessuna influenza esterna dell’amore potrà agire su di voi. Se non siete forti, anche i difetti più impercettibili vi condizioneranno.

Il nuovo insegnamento prevede che tutti abbiano un centro, sul quale poter contare. L’unica cosa, sulla quale l’uomo può sempre contare, è la sua coscienza superiore Divina che non dorme mai. In tutti gli esseri viventi, specie in quelli inferiori, esiste una deficienza a livello della coscienza, che impedisce loro di essere svegli. Per mantenere la tua coscienza risvegliata, fermati a riflettere sul passo dove viene detto: “Amerai il Signore, tuo Dio, con tutta la tua mente, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua forza.” Ergo, l’intero essere dell’uomo deve permearsi dell’amore Divino. Questo significa realizzarsi come uomo. – Io amo il Signore. – Se ami il Signore con tutta la tua mente, il tuo cuore, la tua anima e la tua forza, non ti ammalerai mai, dominerai la malattia, dominerai tutte le imperfezioni. Se non ti farai penetrare dall’amore Divino, ti toccheranno tutte le contraddizioni nella vita. La povertà è dovuta a voi stessi. C’è qualcosa di storto nel vostro amore.

Adesso esamino il nocciolo della questione. Se voi amate Dio in modo corretto, tutte quelle anime collegate a Lui, nei momenti più difficili, accorreranno ad aiutarvi. Qualsiasi bisogno abbiate, esse lo soddisfaranno, come la mamma soddisfa i bisogni del suo bambino. È per il suo amore verso Dio che la madre è pronta a sacrificare ogni cosa per il suo piccolo. Finché la madre, cioè l’amore, è con voi, tutti vi presteranno aiuto. Se la madre muore, le condizioni cambiano. L’amore è la madre della vita. Laddove c’è l’amore, tutto procede bene. Dove l’amore manca, lì la madre non è in vita. Un bambino che rimane senza una madre, è sottoposto a grandi sofferenze. Credo che nessuno di voi lascerebbe morire la propria madre. – L’amore muore? – L’amore non muore, ma se ne va. L’amore può essere costretto ad andarsene anche per un piccolo motivo. Questo accade sia nella vita mondana che nella vita religiosa. Ed allora perdiamo la cosa più bella di noi stessi. Tutti i pensieri luminosi, tutti i sentimenti ed azioni luminosi lasciano la nostra vita. Ho sentito dire: “Com’era una volta! Quanto ci amavamo! Cosa è accaduto?” Qualcosa è accaduto, l’amore se n’è andato.

Voi chiederete: “Come possiamo amarci?” Se vi dico come amarvi e voi insultate l’amore, è meglio che lasciate perdere. Pertanto, vivete ed amatevi come avete fatto fino ad ora. Vi dirò come amarvi, quando accogliete l’amore dentro di voi. Nella società, dove regna l’amore, non si giudica. Se eravate gente dell’amore, quello, di cui vi parlo adesso, non avrebbe senso. Starei zitto. Perché? Perché anche voi siete persone come me. Anzi, adesso sto sbagliando a parlarvi.

Perché parlarvi? Se io sbaglio, a chi parlerò? Di conseguenza, se anche voi sbagliate, dovrei evidenziare i vostri errori? Dovrei accusarmi per i miei errori? Come sono tollerante con me stesso, così dovrei esserlo anche nei vostri confronti. Dirò: Ho rotto un vaso. Ammetterò il mio errore, senza accusare me stesso e senza giustificarmi. Se dico che la strada non era piana o che il vaso non era resistente, non guadagno niente. Vorrebbe dire che sminuisco la mia colpa ed aumento quella degli altri. Questa non è la retta via d’azione.

“Sta avvicinandosi il Regno Divino sulla terra.”- Quando arriverà?- Quando l’amore entrerà in mezzo alle persone. Voi volete l’arrivo del Regno Divino sulla terra senza l’amore. Questo è impossibile. Quando Cristo verrà sulla terra per la seconda volta, arriverà anche il Regno Divino. La venuta di Cristo prevede le sofferenze. Senza le sofferenze non entrerete nel Regno Divino. Ho osservato cosa succede con i bambini piccoli che giocano in strada. Giocano per ore ed ore senza pensare a rientrare a casa. Quando però arriva il loro fratello maggiore con la frusta in mano, scappano e corrono a casa. Quindi, le sofferenze costringeranno le persone a rincasare, cioè, ad entrare nel Regno Divino. I fedeli vanno in chiesa per amore? – Ci vanno per paura. Se non ci vanno, le prenderanno.

Ieri è venuta una signora dalla città per chiedermi qualcosa. Che cosa? Mi aveva visto, quindi voleva sapere se c’era qualcosa che poteva fare per me. Avrebbe dovuto però chiedermelo nel momento in cui mi aveva visto. Vuol dire che lei non era sicura di quello che aveva visto. Sarebbe come chiedere alla candela se sta bruciando, oppure no. Se la candela brucia, è inutile chiedere se sta bruciando o no. Diverso è, se la candela è spenta. Se la candela è accesa, apri il tuo libro e leggi. – Sai leggere? – Si, lo so. – Questo dimostra che la candela è accesa e tu puoi utilizzare la sua luce. – Dio ci ama? – Potete rispondervi da soli. Se state diventando più buoni, Dio vi ama. L’amore ha i suoi sintomi. Metto un pezzo di legno nel fuoco. Da cosa si capisce che è nel fuoco? – Dal fatto che nel fuoco il legno brucia e si trasforma in cenere. Se anche voi intendete l’amore come il legno intende il fuoco, brucerete. – Come comprendere l’amore allora? – Come il chicco di grano lo comprende. Seminato in terra, esso germoglia, cresce e dona generosi frutti. La luce ed il calore del sole danno l’impulso al grano per accrescere. Essi rappresentano l’amore. Quindi, quel principio in noi, che collega i nostri pensieri ai nostri sentimenti, è l’amore. Però, quella forza che ci arde dentro, come il legno arde nel fuoco, trasformandoci in fumo e cenere, è una manifestazione distorta dell’amore. Non è per le persone ragionevoli.

Io dico: Che il legno arda e bruci! Noi non abbiamo niente a che fare con esso. Noi siamo dei chicchi di grano che crescono, si sviluppano e donano frutti generosamente. Noi siamo degli alberi da frutto che danno dei buoni frutti. – Che cosa accadrà quando Cristo arriverà sulla terra? – Secondo alcuni, la terra brucerà. – Questa però, è una visione distorta. La terra non brucerà, bensì, sarà attraversata dalle fiamme e si purificherà. Su questa terra vivranno ed opereranno solo i devoti.

“Non quello che entra nella bocca rende impuro l’uomo, ma quello che esce dalla bocca.” L’uomo si riconosce grazie alla sua mente, al suo cuore e alla sua volontà. Nel mondo spirituale considerano le persone a seconda dei loro pensieri, dei loro sentimenti e delle loro azioni. Lì essi svolgono lo stesso ruolo dei frutti sulla terra. Come noi giudichiamo gli alberi per i loro frutti, così nel mondo spirituale giudicano noi per i nostri pensieri e le nostre azioni. Gli esseri nel mondo spirituale si nutrono dei nostri pensieri e sentimenti, come se fossero dei frutti. Loro si prendono cura di noi, come fanno con le piante nel giardino Divino. Come voi sradicate la pianta che non dà dei buoni frutti, così anche nel mondo spirituale viene sradicato ogni uomo che non dà dei buoni frutti. Anche Cristo dice di un uomo così: “Sradicatelo!” Noi invece diciamo: “Quel tizio è partito per l’altro mondo”.

Voi dite: “Solo le persone cattive partono per l’altro mondo?” – Cattive e buone. A volte qualcuno è così buono, che decidono di portarlo via nell’aldilà. Dio possiede due giardini: il primo è il mondo astrale, chiamato “il giardino dell’inferno”, e l’altro è “il giardino dell’Eden”. Alcuna gente viene piantata nell’Eden, altra invece, nell’Ade. Alcuni danno dei frutti dolci, altri invece, dei frutti amari. Quando andrete in paradiso, verrete giudicati a seconda dei frutti che avete generato sulla terra. I vostri pensieri, sentimenti ed azioni vi seguiranno. Quando entrerete nell’aldilà, accodati a voi, vedrete anche i vostri pensieri e le vostre emozioni. Se eri vegetariano, lì capirai fino a che punto lo eri. Un tempo mangiavi maiali, galline; lì li vedrai tutti attorno a te a chiederti indietro la loro carne. Sentirai dire: “Ridammi l’ala, ridammi la gamba!” Se mangiavi il pesce, anche esso ti chiederà il suo. Tutti gli animali, dai quali hai preso qualche cosa, ti gireranno attorno e, finché non gliela ridarai, non ti lasceranno in pace. Così Giobbe venne privato di tutte le ricchezze che possedeva. La ricchezza che egli riacquistò di nuovo, giunse a lui seguendo la via dell’amore. – Perché devo vivere? – Per attingere alla vera ricchezza. Se entri nell’altro mondo con i tuoi cammelli, i buoi e le pecore, troverai il posto per loro? Per questo motivo Cristo insegnava alla gente di rinunciare alle ricchezze terrene; di rinunciare alla vita malvagia e di ricominciare, diventando seguace del nuovo insegnamento. Ognuno proverà l’esperienza di Giobbe: Tutti i cammelli, le pecore e i buoi andranno nell’aldilà; anche i figli e le figlie andranno nell’aldilà. Rimarrà solo tua moglie a borbottare: “Dì almeno una parola contro il Signore, per liberarti”. – “Come faccio, quando Egli mi ha benedetto?” – Sopporterai, come ha fatto Giobbe. Poi arriveranno i tuoi amici e ti giudicheranno. Superato anche questo esame, arriverà a te l’illuminazione, la luce della nuova vita. Giobbe disse: “Signore, ho sentito tanto parlare di te; ho parlato anch’io tanto, ma non parlerò più come ho parlato e non vivrò più come ho vissuto”.

Era uomo retto Giobbe, ma non era uomo dell’amore. Quando le sofferenze piovvero su di lui, egli maledisse il giorno in cui fu nato. Mi auguro che anche Dio dimentichi questo giorno, il giorno del non-amore. Nel suo rammarico, Giobbe si convinse che la vita era diventata inutile. Ed anche voi, sottoposti all’esame di Giobbe, maledite il giorno della vostra nascita. Deve venire il giorno, nel quale perderete tutta la vostra ricchezza. In cosa consiste questa ricchezza? In quei fratelli e sorelle che vi amano e che sempre sono stati a vostra disposizione. Solo quando li perderete, capirete cosa hanno significato per voi; solo allora capirete che anche voi siete pronti a fare qualsiasi cosa per loro. – Si può stare a questo mondo senza averi? – Se c’è qualcuno che vi ama, si può. Da quale mucca estraete l’aria? L’aria è il dono di coloro che vi amano. Da quale mucca cavate fuori l’acqua? Dalla mucca prendete il buon latte, ma la luce, da dove viene? Esistono, quindi, nel mondo, dei beni, che provengono dal mondo Divino. Il pane proviene da coloro che ci amano; l’acqua proviene da coloro che ci amano; l’aria proviene da coloro che ci amano; ed anche la luce ci perviene per la stessa via. Talvolta, chi ci assicura il pane, ce lo fa pagare caro.

Dunque, se credete in quello che vi dico, la vostra anima non s’inquinerà. Se credete in quello che vi sto predicando, rimarrete puri ed intaccati. Confidate che il pane, l’acqua, l’aria e la luce discendono dagli esseri che vi amano. Direte, che offrite alla gente la legna, il pane, ma nessuno vi ringrazia. Derivano da voi questi beni? Essi non vengono da voi. Quell’insegnamento, secondo il quale vendi il pane alle persone, credendo di compiere un bene, è il vecchio insegnamento. Da questo pane le persone muoiono. L’uomo vive grazie ad ogni Parola che Dio emana. Egli vive grazie ad ogni parola irradiata dalla luce e dal calore di Dio. S’intende quel pane vivo, che fuoriesce da Dio. Egli è portatore della vita eterna.

Accogliete la luce Divina. Accogliete la saggezza Divina. Accogliete l’amore Divino. Accogliete il pane vivo, del quale Cristo parla così: “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.” Soltanto così supererete le prove dell’integro e retto Giobbe e rinascerete. Dopodiché percorrerete la via del Cristo risorto. 

Cristo è l’uomo dell’immensa forza.

Cristo è l’uomo dell’immensa fede.

Cristo è l’uomo dell’immenso amore.

Discorso mattutino del Maestro, pronunciato il 20 Marzo, 1938, Sofia (Izgrev)

 


Traduzione di Irena Yordanova