Conferenze Domenicali – Anno 1942

12 luglio 1942, Izgrev – Sofia

La nuova nascita


Preghiera: Padre nostro


Canto: Sorge il sole


Leggerò il capitolo 3 del Vangelo di Giovanni. (Il Maestro legge i primi tre versetti). La nascita riguarda tutti gli esseri umani. La nascita è ciò che porta progresso all’umanità! Nicodemo gli disse: «Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?».[1] Vi è un altro modo di comprendere. Sulla terra non c’è nulla di più vecchio del sole: ogni mattina, quando esso sorge, non è forse vecchio? Qualcuno dice: cos’è la reincarnazione? È come il sole: ogni mattina, quando tu sorgi, è il sole nuovo, quando tramonti, è il sole vecchio. Quando sorgi non sei giovane e quando tramonti non sei vecchio. Così dovete intendere le cose. (Il Maestro legge i versetti dal 4 al 13). La nascita ha a che fare con la terra. Cosa significa nascere di nuovo? Significa sorgere di nuovo. Cosa significa invecchiare? Significa tramontare in qualche luogo. (Il Maestro legge dal versetto 13 alla fine del capitolo).


Canto: Lo Spirito di Dio


Gli uomini di oggi sono infelici per un solo motivo: non credono a ciò che è riposto dentro di loro. Pensano che quando moriranno finirà tutto. Questa cosa non viene compresa. Quando il sole si nasconde dietro l’orizzonte, è mai possibile che scompaia? Perfino la morte non è come viene presentata. La presentano come qualcosa di terribile. La morte ha una ragione: è la disobbedienza a lavorare per lei. Quando gli esseri umani non vogliono rispettare le leggi che regolano la Creazione, sono loro stessi a determinare le proprie sventure. Prendete un violinista contemporaneo che studia le peculiarità del proprio violino: per ogni nota vi è una certa posizione e, se non sa dove posizionare le dita, egli non può suonare. Noi ammiriamo i violinisti che suonano, i pittori che dipingono, gli scultori che modellano, gli agricoltori… Chi non ammiriamo? Io dico: al mondo non vi è arte più grande dell’amare qualcuno. È questa l’arte più grande. Non vi è arte più grande del saper pensare, non vi è arte più grande del saper essere interiormente liberi. Non spiegate la libertà così come non esiste nel mondo; non spiegate la vita così come non è. Ora si dice: «Chi ha ragione?». Ha ragione chi vive bene. Chi non vive bene non ha ragione. Chi pensa bene è un uomo colto, chi non pensa correttamente non è colto. La cultura non si ottiene con un certificato: qualcuno può conseguire dieci diplomi, ma è un uomo colto colui che è nato colto e come tale si esprime. Chi non è nato colto può essere addestrato a esserlo: vi sono persone ammaestrate e vi sono scimmie ammaestrate, che tuttavia rimangono scimmie. Vi sono dischi intelligenti che eseguono brani di Beethoven, di Bach, ma ripetono sempre lo stesso brano: un disco del genere non possiede alcuna consapevolezza.

Potente e forte è nel mondo l’anima umana consapevole: ciò che non muore, ciò che soffre e gioisce nella sofferenza, ciò che gioisce e dà gioia agli altri senza impoverirsi. «Come?», direte voi. Un lago che dona acqua si impoverisce? Esso ha degli immissari. Gli uomini di oggi temono di impoverirsi nel dare. Chi dà si arricchisce, chi non dà si impoverisce: così è la Legge. Questo accade quando c’è consapevolezza. Al mondo non vi è cosa più bella che essere consapevoli. Noi tutti soffriamo perché siamo come dei padroni, vogliamo solo dare ordini. A chi daremo ordini? Se ci sono due persone forti a dare ordini, si scontreranno fra loro, poiché sia l’una che l’altra vorrebbero comandare. Oggi tutti vogliono comandare. All’inizio due giovani che si amano, prima di intraprendere un rapporto commerciale, si vogliono bene e si rispettano. Dopo essersi sposati vogliono comandare in casa, e così diventano entrambi seri. Perché sono seri? Perché vogliono comandare. Nel mondo i forti comandano e i deboli devono obbedire. Se sul piano fisico sei forte, comanderai; se sul piano mentale sei debole, mentre tua moglie è più intelligente, sarà lei a comandare, anche se tu vorresti comandare anche a livello mentale. Ricordate: chi è debole non può mai comandare, è tutto qui. Chi serve, comanda. Chi comanda si prepara già a servire. Nel mondo le persone muoiono per l’unica ragione che vogliono comandare: bene, perché non danno ordini alla morte? Quando la morte verrà, le diranno: «Sai che il padrone sono io, e ti ordino di andartene!». Chi vuole comandare metta alla prova la propria forza contro la morte. Se vincerà, il padrone è lui; se sarà la morte a vincere, egli imparerà a servire. La morte dice: «Dal momento che morite, voi siete servi e non padroni, non possedete forza». Voi direte: «Combattiamo un po’!». La morte inizierà a trascinarvi, vi getterà a terra e dirà: «Che padrone sei?». E a quel punto voi chiederete dove si trova l’altro mondo. Ve lo dirò io. In che modo date forma al vostro mondo esterno? In questo vostro mondo voi create un mondo interiore. “L’altro mondo” è quel mondo interiore, che voi considerate tale. Ciò che voi vedete in natura vi rallegra, ma ne vedete una parte microscopica. Prendete ora un microscopio che ingrandisca dieci, centomila o cento milioni di volte: sapete quante cose vi si riveleranno? Voi dite: «Io vedo». Che cosa vedete? Non siete in grado di vedere il pensiero umano, non siete in grado di vedere i sentimenti umani e non vedete neanche le azioni umane. Ciò che di più elevato abbiamo al mondo è il nostro pensiero, che nel mondo divino è astratto. Esso è come le ciliegie, come le prugne, che sono visibili. Il pensiero umano ha una consistenza, e di esso gli angeli si nutrono. Sei come un albero, e verrà un angelo ad assaggiare il tuo pensiero per vedere se è dolce. Se dovesse essere un po’ amaro, lo lascerà perdere. Gli alberi che sono stati inviati sulla terra sono quelli amari, non sono gli alberi di migliore qualità. Sono stati inviati qui affinché li innestassero e li migliorassero, per poi portarli nel Giardino divino.

Voi potete dire: «Sarà vero questo?». Chiedo: quello a cui credete è forse vero? Quali sono le cose vere? Io considero vere tre cose nel mondo: è vero ciò che dice l’Amore, è vero ciò che dice la Saggezza, è vero ciò che dice la Verità. Tutto il resto non è vero. L’Amore che parla porta vita, la vita che parla porta gioia. La vita deve portare di per sé la gioia; quando porta sventure, vi sono cause del tutto diverse. A questa vita noi non diamo il nutrimento adatto, non la nutriamo con l’amore. La vita odierna viene nutrita con del cibo avvelenato. Tutto il sangue è rovinato, e anche i pensieri e il cuore: tutto è rovinato. Vedo un religioso parlare di Dio – il Quale è Amore – e dire: «Sarò salvato?». Egli predica agli altri l’esistenza del Signore, ma non sa se sarà salvato o meno. Noi somigliamo a quel bulgaro, di nome Stojan, che andò da un prete, il quale gli disse: «Stojan, Stojan, quando andremo all’altro mondo dovremo digrignare i denti!». Stojan gli rispose: «Tu non devi preoccuparti, perché i tuoi denti sono caduti, ma i miei sono sani!». Chi ha i denti sani può digrignarli, ma la persona a cui i denti sono caduti non può farlo. Bisogna comprendere le parole digrignare i denti. Chi non vive bene digrigna i denti. I denti sono un simbolo della virtù umana, ecco perché sono bianchi. Quando alle persone cadono i denti è perché si sono rovinati. In futuro dovrebbero essere forniti denti migliori. Voi avete dei talenti che dovete manifestare: un violinista che non suona è un criminale, un cantante che non canta è un criminale, uno scultore che non modella è un criminale; chiunque nel mondo non lavori sui propri talenti è un criminale. Uso la parola criminale in un senso buono.

I bulgari hanno l’usanza di chiamare prestăpulnik un bambino – il quale in precedenza gattonava – che inizia a camminare. La madre prepara un pane tondo e invita a casa le vicine perché il bambino ha mosso i primi passi.[2] Ogni volta che un bambino muove i primi passi viene preparato un pane tondo. Noi dobbiamo gioire perché stiamo muovendo i primi passi. Dobbiamo gioire perché stiamo uscendo da una prigione e stiamo entrando nel mondo della luce. Gioisci per il fatto di essere caduto. Quando ti sarai rialzato sarai un padrone. Se non riesci a rialzarti, questo è male. La cosa importante è il bene riposto in voi. Non vi è cosa più bella per un essere umano che vivere. La vita è tutta un canto, un brano musicale. Se qualcuno sa suonare, gli angeli porgono l’orecchio per ascoltarlo mentre egli vive. Vi è una vita molto importante da studiare. Vi sono tante scale musicali, tanti modi in cui l’uomo può vivere la vita. Alcuni dicono: «Siamo stanchi di vivere». Voi non avete ancora vissuto, dovete vivere da ora in avanti. Finora avete ricevuto le lezioni di musica più elementari, d’ora in poi dovrete suonare brani più complessi e dovrete dare concerti. Per l’Amore dovete crescere come i frutti: pere, mele, che venderete al mercato. E tutti quelli che assaggeranno il vostro amore si rianimeranno. Qualcuno dice: «Parlami dell’Amore». Io non voglio parlarvi di un Amore del bene, ma dico: «Guarda nel tuo giardino, nel giardino della tua mente, nel giardino del tuo cuore, nel giardino della tua anima, entra e guarda se i frutti sono maturi. Per me l’Amore è qualcosa di reale, è il frutto più dolce, è l’acqua più buona che potete gustare, il pane più buono che potete mangiare. Non vi è cosa al mondo bella e piacevole quanto l’Amore.

Ora vi leggerò qualcosa, un pensiero condensato. Sono alcune spiegazioni. Quello che vi leggerò è pensiero condensato.

(Il Maestro legge “La dimora delle beatitudini”, una conferenza tenuta il 3 luglio 1942, di venerdì, presso la Vetta delle Preghiere sul Rila).

«Chi è nato dall’Amore è nato di nuovo, è stato vivificato dalla Saggezza ed è risorto nella Verità. Egli è colui che ora esce da Dio e viene nel mondo per mostrare la forza di Dio, per mostrare la forza del bene, la forza della giustizia, la forza della ragionevolezza. Sono coloro che portano il vessillo dell’Amore; questa è la misericordia. Sono coloro che portano la luce della Saggezza, coloro che aprono gli occhi ai ciechi, che portano la libertà attraverso la Verità; sono coloro che portano la vita immortale.

Dunque, edifica la tua dimora con i fili dell’Amore, intrecciala con i fili della Saggezza, adornala con i fili della Verità. Poi imbandisci la tavola nella tua dimora e invita come ospiti l’Amore, la Saggezza e la Verità. Alzati e servili, per imparare come vivere. Smetti di preoccuparti per le piccole cose da cui si formano pietre preziose. Smetti di preoccuparti per il fiume torbido da cui la vita viene fertilizzata. Smetti di turbarti per l’oscurità che limita la vita. L’oscurità e la luce sono amici dell’Amore. La conoscenza e l’ignoranza sono amici della Saggezza. La schiavitù e la libertà sono amici della Verità. L’oscurità è il Vecchio Testamento mentre la luce è il Nuovo Testamento. L’oscurità è la notte, il tempo serale in cui devi riposarti. L’amore è il giorno.

Colui che è nato dalla carne è l’uomo del Vecchio Testamento, mentre colui che è nato dallo Spirito è l’uomo nuovo, nato dall’Amore.

Chi si preoccupa dei tafani [3] non può comprendere il mondo, chi invece mette loro il giogo perché arino la terra, ha compreso la vita.

Trasformate i tafani in buoi, mucche, cavalli, mettete loro un giogo affinché lavorino e aiutino nella vita. Non pensate a cosa ne sarà di loro, a quale sia il loro destino. Che lavorino! È meglio lavorare che pungere, è meglio mangiare che scalciare, è meglio parlare che diffamare. Fate in modo che i tafani cantino. Fate in modo che i tafani ballino, come le fanciulle che danzano il horo [4] e come i giovani accanto a loro. Che i tafani diventino allievi delle persone buone nel mondo. Che i tafani dimentichino la propria scontentezza passata e non si inorgogliscano pensando di essere loro a spingere i maestosi buoi a correre nei campi, perché i deboli, nell’inseguire i forti, diventano ridicoli. Quando il debole prende a calci il forte, gli si slogano le gambe. Quando il debole discute con il forte, s’istupidisce. Non cercate di sconfiggere l’Onnipotente. Non cercate di essere più furbi di chi è saggio. Non cercate di limitare chi è libero, poiché perderete ciò che avete.

Diventate servitori dell’Amore, allievi della Saggezza e consiglieri della Verità. È meglio l’Amore che l’odio. È meglio la conoscenza che l’ignoranza. È meglio la libertà che la schiavitù.

La mancanza d’Amore è dovuta ai tafani, l’ignoranza è dovuta ai tafani, e anche la schiavitù è dovuta ai tafani. Cosa vi costa a rinunciare a un tafano? Non vi sono esseri più deboli dei tafani. Cosa vi impedisce di sopraffare un tafano? Pensavate che il tafano fosse l’essere più forte al mondo. Questa è la prima illusione che ora portate nel mondo.

Dio comincerà a suonare, e tutti i tafani inizieranno a danzare un horo. Dio comincerà a suonare, e tutti i tafani inizieranno a cantare insieme in coro. Dio comincerà a suonare, e tutti i tafani innalzeranno il vessillo della libertà e lo porteranno ovunque nel mondo.

Dunque, diventa un superiore dei tafani e conducili come un alfiere: che cantino, danzino e dicano che questa è la nuova vita nel mondo.

Ti ringraziamo, Signore, per l’Amore che hai inviato nel mondo.

Ti ringraziamo, Signore, per la Saggezza che hai inviato nel mondo.

Ti ringraziamo, Signore, per la Verità che hai inviato nel mondo per condurci alla Tua dimora della beatitudine».

Gioite per il fatto di avere un’anima, che vi rende partecipi di tutto l’universo.

Gioite per il fatto di avere uno spirito, che vi mette in grado di lottare per la Verità.

Gioite per la vostra mente, che pensa all’Amore.

Gioite per il vostro cuore, che riceve tutte le ricchezze di Dio.

Preghiera: La Buona Preghiera

38a conferenza, tenuta dal Maestro a Izgrev (Sofia) il 12 luglio 1942 alle ore 10.00.


[1] La Sacra Bibbia (Giov 3, 4).

[2] Nel testo vi è un gioco di assonanza tra le parole prestăpnik (criminale) e prestăpulnik (parola che indica il rito di passaggio che si organizza quando il bambino inizia a camminare, o il bambino stesso che ha iniziato a camminare). Inoltre il verbo prestăpvam, che significa trasgredire, violare (e quindi fa riferimento alla parola utilizzata poco prima: criminale), nel contesto riferito al bambino va considerato nell’altra sua accezione, quella di camminare, oltrepassare, varcare, e fa chiaramente riferimento al camminare e all’aver effettuato un passaggio: quello del bambino che prima gattonava e ora cammina.

[3] Nella conferenza “Rosso e luminoso”, tenuta il 1° agosto 1937 presso i Sette Laghi, il Maestro dice: «Le sofferenze nella vita delle persone non sono altro che tafani che le mordono e le costringono, come con un pungolo, a lavorare e a pensare. Basta che un uomo commetta un errore perché un tafano venga a morderlo. Ogni errore si accompagna a un morso, cioè alla sofferenza. Come esistono tanti tipi di mosche, così nel mondo esistono tanti tipi di sofferenza. Per esempio, l’invidia e l’astio producono un certo tipo di sofferenza, mentre l’odio ne produce un altro tipo».
In un’altra conferenza intitolata “La nuova educazione”, tenuta a Sofia il 1° marzo 1940 (Lezioni della Classe occulta dei giovani), il Maestro dice: «Tutti i cattivi pensieri e desideri sono come tafani e non sono qualcosa di negativo. Essi sono cattivi poiché non sapete cantare, tuttavia, nel momento in cui canterete, tutti loro diranno: ‘Siamo a vostra disposizione’».

[4] Il horo è un ballo popolare bulgaro che si danza in cerchio.


Traduzione di V. Gencheva e M. A. Salvemini