Conferenze del 9° anno della Classe occulta dei giovani

30 agosto 1929 – 15 agosto 1930

31 gennaio 1930 – Sofia

21. Nel momento e nel luogo giusti

 


Preghiera segreta


È stato letto un riassunto del tema: “Un modo semplice per affrontare le sofferenze”.


Sono stati letti i temi dal titolo: “L’arte come mezzo educativo”.


Tema per la prossima volta: “Caratteristiche distintive degli animali vertebrati”.


Per la prossima volta ognuno di voi dovrà prepararsi per cantare le quattro note: do (basso), mi, sol, do (alto). Canterete non in qualità di musicisti, ma come amanti della musica. Molti si lamentano di non essere in grado di cantare. Perché non riescono a farlo? Vi sono dei motivi.

Ai tempi della guerra russo-turca[1] un capitano ordinò al tamburino[2] di suonare il suo tamburo.

«Signor capitano, il tamburo non emette alcun suono!».

«Perché?».

«Non lo so».

«Tuttavia ci dev’essere un motivo. Apri il tamburo, così possiamo vedere dove sta il guasto».

Il tamburino aprì il tamburo e si ritrovò fortemente imbarazzato davanti al capitano. Perché? Nel tamburo c’erano circa una decina di galline, macellate e pulite. Ovviamente in quelle condizioni il tamburo non poteva emettere alcun suono. Come erano finite nel tamburo quelle galline? Passando per un villaggio, il tamburino le aveva rubate, macellate e pulite; non sapendo dove metterle, poi, le aveva frettolosamente nascoste nel tamburo, non aspettandosi che il capitano gli avrebbe chiesto di suonarlo.

Anche l’uomo di oggi si trova nella situazione del tamburino. Egli riempie spesso la sua mente e il suo cuore con galline macellate e pulite; soffre di un sovraccarico della mente e del cuore provocato dalle galline macellate, e pertanto non è in grado di pensare e sentire correttamente. Le corde della sua mente e del suo cuore non emettono alcun suono. Quando il tamburo non emette suono, l’uomo non è bendisposto e non può lavorare serenamente.

E così, se non volete perdere la buona disposizione del vostro spirito, studiate le leggi secondo le quali si edifica la vita. Se non comprendete le leggi del mondo fisico non potete comprendere le leggi dei mondi superiori. Quando conoscerà le leggi dei diversi mondi, l’essere umano riuscirà a distinguere i pensieri l’uno dall’altro e saprà cos’è contenuto in ogni pensiero. Vi sono pensieri che hanno un odore sgradevole e altri che diffondono il loro profumo fin da lontano. È necessario che accogliate un pensiero dentro di voi per poterne poi giudicare il carattere? L’uomo intelligente è padrone delle condizioni; egli riconosce le cose fin da lontano e non si lascia ingannare. Quando arriva l’inverno egli è ben vestito ed è pronto ad affrontarlo; quando arriva l’estate egli è già pronto e sa come andarle incontro. L’uomo intelligente è padrone dell’inverno, della primavera, dell’estate e dell’autunno.

E così, ricordate: l’uomo malato dipende sempre dalle condizioni, mentre l’uomo sano è libero; l’uomo sciocco dipende dalle condizioni, mentre l’uomo intelligente è libero; l’uomo cattivo dipende dalle condizioni, mentre l’uomo buono è libero. Qualcuno obietterà che l’uomo cattivo può essere forte. Io lo nego: solo il bene rende l’uomo forte. Apparentemente, esteriormente, le cose possono avere un altro aspetto, ma in realtà le cose stanno diversamente. Un uomo buono passa accanto a qualcuno e gli dà due schiaffi. Perché ha agito così? L’uomo buono sa perché ha dato due schiaffi a quel tale, ma le persone intorno a lui non ne conoscono il motivo e pensano che egli sia cattivo. Non è cattivo, è un uomo molto buono. I due schiaffi che ha dato al passante hanno fatto arieggiare i suoi pensieri. Quel passante stava per commettere qualche crimine, ma l’uomo buono lo ha distolto dal suo intento. Quindi quei due schiaffi sono arrivati nel momento e nel luogo giusti. Perché? Perché hanno prodotto un risultato positivo. Se non vorrà ammettere la verità, quel passante dirà che un uomo cattivo gli è andato incontro e gli ha dato due schiaffi. Tuttavia, se è pronto a dire la verità, egli ringrazierà quella circostanza, ringrazierà l’uomo di averlo salvato da un male più grande. Se avesse commesso il crimine, egli ora sarebbe in prigione.

In qualità di allievi dovete comprendere le cose correttamente, dovete sapere che il bene rende l’uomo forte, mentre il male lo rende debole. Voi citerete il proverbio: “Fai il bene e ti imbatti nel male”. Questo proverbio non vale per tutti i casi della vita. L’uomo può fare del bene e non imbattersi nel male, ma è possibile anche il contrario: che faccia del bene e si imbatta nel male. Alla fin fine i risultati del bene sono sempre buoni, mentre quelli del male sono cattivi. Il bene disinteressato porta sempre al bene. In base alla forza che il bene cela in sé, dico: se sei forte e fai del male perderai la tua forza; se sei debole e fai del bene diventerai forte.

Spesso le persone si offendono a vicenda nel luogo giusto o in quello sbagliato, nel momento giusto o in quello sbagliato. Come tollererete l’offesa? Aspetterete che vi chiedano scusa, oppure risponderete con un altro insulto. In passato, per un insulto, le persone si sfidavano a duello. Prima di insultare qualcuno è preferibile che tu pensi un po’ se quello che dirai è vero. Se sei sicuro che è vero, comunque non affrettarti, rifletti un po’ se il luogo e il momento siano quelli giusti per dire quello che hai pensato. Vi sono casi in cui dici la verità, ma non lo fai come si deve e a proposito. In quella circostanza potresti comunque offendere la persona. Questo non vale solo per le offese, ma anche per le lodi. Se elogi qualcuno, fallo sempre a proposito e come si deve. Se fai del bene, fallo sempre a proposito e come si deve. Se cerchi la verità, la troverai sia nelle offese sia negli elogi. Tuttavia, se ti lodano o ti rimproverano troppo, potrebbero danneggiarti. In ogni cosa dev’esserci misura.

Ora vi darò la seguente regola di vita: comportatevi con gli altri così come volete che gli altri si comportino con voi. Se applicherete questa regola eviterete molti contrasti. Quando vi esprimete sulle opere di uno scrittore, di un musicista, di un poeta, di uno scienziato o di un artista, dovete osservare la stessa regola. Oggi voi vi esprimete su qualcuno, ma verrà il momento in cui altri si esprimeranno su di voi. Allora comprenderete se avete agito bene, se vi siete espressi nel modo corretto.

In qualità di allievi che apportano ciò ch’è nuovo nella propria vita, il primo compito è quello di osservare la purezza nella vostra mente e nel vostro cuore. Allo stesso tempo mantenete la purezza del vostro corpo; non ammettete neanche un pensiero cattivo nella vostra mente, né alcun sentimento o desiderio cattivo nel vostro cuore. I cattivi desideri risvegliano pensieri cattivi e contraddittori. Dunque, se volete liberare il vostro pensiero dalle contraddizioni, eliminate i cattivi desideri dal vostro cuore. Tutti i desideri sono leciti, ma devono essere realizzati a tempo debito. Quando ciò non accade, ci si imbatte in grandi contraddizioni. In Natura nulla avviene a caso. Osservate la vita delle piante e vedrete che ogni pianta si sviluppa in un luogo e in un momento appropriati. Questa legge si applica non solo al tutto, ma anche alle sue parti. Ad esempio, ogni ramo ha il posto e il momento stabiliti per la propria crescita. Dapprima appaiono i rami grandi e, man mano che si sale, compaiono i piccoli rametti. Il ramo grande vive con grandi idee, mentre il ramo piccolo vive con piccole idee. Se si scambiassero i ruoli, sia il ramo grande che il ramo piccolo si imbatterebbero in delle contraddizioni. Ogni essere umano, in quanto parte dell’albero della vita, deve sapere quali siano il suo posto e il momento giusto per manifestarsi.


Solo la via luminosa della Saggezza conduce alla Verità.


Nella verità si cela la vita.


21a lezione del Maestro, tenuta il 31 gennaio 1930 a Sofia


Note

[1] La guerra russo-turca fu combattuta dall’aprile 1877 al marzo 1878 e vide schierati l’Impero Russo e i suoi alleati, da un lato, e l’Impero Ottomano dall’altro.

[2] Tamburino è il nome dato al suonatore di tamburo, soprattutto nelle bande militari o in speciali reparti delle forze armate.


Traduzione a cura di M. A. Salvemini e V. Gencheva