Il canto e la parola occulti

In questa sezione del sito presentiamo in traduzione italiana il contenuto del libro pubblicato in bulgaro Okultno peene i govorene (Il canto e la parola occulti). Si tratta di un volume che raccoglie più di un migliaio di estratti da conferenze del Maestro Beinsa Duno, tutti sull’argomento del canto e della parola. Il volume fa parte di una collana dal titolo Svešteni metodi (Sacri metodi): il primo volume della collana è dedicato al Sole, il secondo volume è dedicato alla Luna e il terzo volume è dedicato al canto e alla parola occulti.


La prima regola è: l’essere umano deve cantare.
(Conferenza dal titolo Figli della Resurrezione, 29.01.1928)


Estratti


Regola n. 1

Quando vi alzate al mattino, cantate con sentimento; se pensate a qualcosa, il vostro pensiero deve avere un contenuto; se dite qualcosa, le vostre parole devono avere senso.

(dalla conferenza Si precipitarono fuori e si affrettarono, 8 gennaio 1920)


Regola n. 2

Vi darò ancora una regola, che applicherete contro la rabbia e il nervosismo. Se vi arrabbiate, cantate l’esercizio do, mi, sol, do (quest’ultimo do all’ottava superiore) per dieci volte. Applicate questa regola per vedere come la musica tonifichi. Non solo gli allievi, ma anche gli insegnanti devono servirsi della musica come metodo per tonificarsi. Quando l’insegnante di musica si arrabbia, dimentica di applicare questa regola e colpisce gli allievi sulla testa con l’archetto. No, se l’insegnante si arrabbia per qualche motivo, prenda l’archetto e con questo cominci a suonare l’esercizio do, mi, sol, do. In tal modo egli porterà meglio a termine il suo lavoro rispetto a quando colpisce gli allievi con l’archetto. Quando avremo più tempo libero vi parlerò del significato di queste quattro note.

(dalla conferenza La forza di volontà, dell’8 marzo 1922)


Regola n. 3

Inizialmente i più dotati fra voi devono dedicare alla musica un’ora al mattino. Dedichino un’ora alla musica, la mattina oppure la sera; possono anche prendersi una mezz’ora al mattino e una la sera, o anche un’ora. Quelli che sono mediamente dotati devono esercitarsi per mezz’ora, e gli altri per 15 minuti. Dovete esercitarvi a cantare per almeno 15 minuti.

(dalla conferenza Gli effetti della musica, del canto e dei movimenti, del 15 ottobre 1922)


Regola n. 4

Dovete cantare secondo l’Amore, così vi delizierete e quella musica sarà creativa.

(dalla conferenza Gli effetti dell’elettricità, del 29 ottobre 1922)


Regola n. 5

Se siete bendisposti e siete in grado di cantare secondo l’Amore, allora cantate; se siete indisposti e non siete in grado di cantare secondo l’Amore, allora non cantate!

(dalla conferenza Gli effetti dell’elettricità, del 29 ottobre 1922)


Regola n. 6

Una delle regole della musica occulta è: quando commettete un errore non turbatevi! Nel momento in cui commettiamo un errore, dobbiamo dire a noi stessi: «Lo correggerò». Anche se commettiamo un secondo errore, diremo: «Lo correggerò». Diremo: «Lo correggerò, lo correggerò», fino a quando, alla fine, avremo imparato a cantare. È così!

(dalla conferenza, La musica come mezzo per concentrarsi, del 17 dicembre 1922)


Regola n. 7

Questa regola riguarda gli Angeli: chi canta deve essere casto! […] Una regola importante della musica è: chi vuole cantare deve essere necessariamente casto, puro (vedi anche l’estratto n. 101). 

(dalla conferenza Il senso delle contraddizioni, del 19 marzo 1923)


Regola n. 8

Non dite mai nulla del vostro amore! Quando qualcuno parla del proprio amore, si pone in modo scorretto.

(dalla conferenza I nati, del 2 novembre 1924)


Regola n. 9

Non occorre che comprendiate tutto quello che viene detto. Se non comprendete qualcosa, ciò vuol dire che quella cosa non è per voi.

(dalla conferenza Ciò che è incompreso, del 10 dicembre 1924)


Regola n. 10

Quando parlate con qualcuno dovete mantenere una certa distanza tra lui e voi, e non dovete mai trasgredire questa regola.

(dalla conferenza I due poli, del 6 ottobre 1926)


Regola n. 11 (con formula)

Ora vi darò la seguente regola alchemica:

Per dieci giorni di seguito ripetete dentro di voi il versetto: «Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore, sarei come rame che risuona o come un cimbalo che tintinna» (La Sacra Bibbia – 1Co 13,1).

(dalla conferenza Se parlassi, del 24 ottobre 1926)


Regola n. 12

Per non scoraggiarvi, quando cantate osservate la seguente regola: non cercate mai di emettere una nota perfettamente pura (vedi anche l’estratto n. 267).

(dalla conferenza Probabilità e possibilità, del 30 novembre 1927)


Regola n. 13

Vi darò una regola di vita, che dovrete sempre osservare. La regola è questa: non parlate molto! (vedi anche l’estratto n. 514).

(dalla conferenza Regole di vita, del 2 ottobre 1932)


Regola n. 14

Quando canti devi sapere per chi canti! Dunque, può diventare un bravo cantante solo colui che sa per chi sta cantando (vedi anche l’estratto n. 541).

(dalla conferenza Impulso divino, del 5 febbraio 1933)


Regola n. 15

Non dite mai cose false, di cui non avete verificato l’autenticità (vedi anche l’estratto n. 547).

(dalla conferenza Principi, leggi, forze e forme, dell’8 marzo 1933)


Regola n. 16

Ogni esercizio musicale  deve corrispondere all’accento delle parole. Talvolta l’accento delle parole non corrisponde al pensiero. Dove non vi è corrispondenza è assente ogni musicalità.

(dalla conferenza Situazioni generali e particolari, del 17 marzo 1933)


Regola n. 17

Non parlare finché non avrai riflettuto su ciò che dirai. Non parlare finché non avrai sentito ciò che dirai. Se parli prima di aver pensato e sentito somiglierai a una brocca incrinata (vedi anche l’estratto n. 558).

(dalla conferenza Le linee viventi, del 10 maggio 1933)


Regola n. 18

Dico: quando qualcuno vi offende, non lamentatevi con gli altri, non diffondete il fango intorno a voi. L’offesa è come del fango che ciascuno deve pulire per conto proprio. Se qualcuno vi ha dato due schiaffi, non ditelo a nessuno.

(dalla conferenza Pensiero ordinario e non ordinario, del 28 luglio 1933)


Regola n. 19

Quando vai da qualcuno a parlare, metti la tua mano destra sul cuore. Se il ritmo del cuore cambia, non dirgli nulla, se invece non cambia, allora parla. Qualcuno dice: «Quando ho visto quella persona, ha cominciato a battermi forte il cuore». Quando il cuore comincia a battervi forte, allora sapete cosa dovete fare. […] Talvolta, però, metterai la mano sul tuo cuore e pregherai. E quando il tuo cuore comincerà a battere forte, smetti di pregare. Il Signore ti sta dicendo: «Ti ho sentito!».

(dalla conferenza La legge della preghiera, del 10 dicembre 1933)


Regola n. 20

Ascoltate attentamente: in qualsiasi rumore vi è qualcosa di musicale. Ogni singolo movimento, ogni singolo suono… Ascoltateli bene! Durante il tempo libero potete prendere questa buona abitudine. Io attiro la vostra attenzione verso questo mondo musicale (vedi anche l’estratto n. 638).

(dalla conferenza Una disposizione naturale, del 21 dicembre 1934)


Regola n. 21

Potete cantare bene soltanto i canti che amate.

(dalla conferenza Organizzazione, del 27 marzo 1936)


Regola n. 22

Osserva le seguenti regole: durante l’inverno non bere acqua fredda! Non cantare in una stanza fredda! Quando non sei bendisposto, non cantare; non cantare neanche davanti a persone che non amano la musica. Se vuoi cantare, canta piano, solo per te stesso. In questo si nasconde il bene dell’essere umano.

(dalla conferenza L’arte più grande, del 3 dicembre 1943)